mercoledì 8 luglio 2015

Coleslaw, la ricetta originale da New York






Ne sono sempre andata matta. Ammetto che quando vivevo in Costa Rica, andavo al KFC solo per il coleslaw, l'insalata di cavolo originaria di New York.
Per anni ho cercato di riprodurlo in tutti modi, per intuito, o con le mille e una ricette dei blog americani, ma non sono mai riuscita ad igualarlo, fino a che mi hanno dato questa.
La prima volta che l'ho provato non ci credevo. Era proprio lui, quello vero. Quel sapore agridolce, equilibrato che solletica le papille. Se non fosse che gli ingredienti non erano perfettamente triturati da una macchina industriale, avrei pensato ad un inghippo.
Niente inghippo. Michael ha vissuto vari anni a New York prima di trasferirsi in Israele e tra i suoi bagagli, tra le altre cose, si è portato anche questa ricetta.
Dopo qualche tira e molla con l'amico gelossissimo delle proprie ricette, sono riuscita ad averla e poi anche il permesso di condividerla su Burro e Miele.
Il nome  coleslaw deriva dall'olandese Koolsla, che vuol dire insalata di cavolo. Kool vuol dire cavolo e sla è l'abbreviazione della parola salade. Quando gli olandesi hanno fondato la città di New York, tra la fine del XVII e l'inizio del XVII secolo, portarono con loro le ricette tradizionali, tra cui quella dell'insalata di cavolo crudo fredda, che nel tempo si è trasformata in quel che è oggi, un misto di verdure condite con maionese, latticello o crema acida, zucchero e aceto.



Coleslaw


Ricetta di Michael Meyers (GRAZIEEEEE!)

Per 10 porzioni

1 cavolo cappuccio, privato della parte più dura
2 carote medie
1 cipolla bianca tritata finemente
60 g di zucchero
60 ml di latte*
60 ml di latticello*
100 ml di maionese (io fatta in casa)
2 cucchiai di succo di limone
1 cucchiaio e mezzo di aceto bianco
mezzo cucchiaino di sale






Il cavolo e le carote devono essere tritate molto finemente, devono avere una grandezza tra il riso e il couscous per intenderci, anche se si possono anche grattuggiare, ma la sensazione finale non sarà la stessa. Io ho usato il mixer, pochi secondi in varie volte con poca quantità di verdura dentro.
Una volta triturati cavolo e carote, si mettono in un'insalatiera (non di plastica) e si aggiunge la cipolla, mischiando bene. A parte, mischiare fino ad amalgamare il resto degli ingredienti e versarli sulle verdure e mescolare bene il tutto .
Coprire l'insalatiera e lasciare riposare in frigo per un minimo di 3 ore, ma meglio se tutta una notte prima di servire. Il riposo è importantissimo, anche se la tentazione di mangiarla subito a cucchiaiate è forte.

*La ricetta credo che la si possa rendere parve, utilizzando una parte di latte vegetale e un'altra parte di latte vegetale fatto riposare con del succo di limone o aceto, ma sinceramente sono sicura che andrebbe a discapito del sapore originale.

12 commenti:

  1. uuuuuhhhhh questa è davvero una ricettina di quelle che cerco. Sono sempre alla ricerca di insalatine sfiziose ed interessanti.

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  2. Ecco qual era il segreto! Il latte ed il latticello! Ed io che pensavo ci fosse solo maionese...

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  3. Il Coleslaw è da tempo che mi ripeto di volerla preparare. Non sapevo di tutta questa ricchezza di sapori nel condimento e la cosa mi incuriosisce ancora di più. Il latticello da me lo trovo con difficoltà, nel caso potrei farlo con yogurt e limone?

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    1. Paola, yogurt e limone potrebbero andare bene secondo me, ma anche della panna acida, forse ancora meglio.
      O se no puoi far "cagliare", passami il termine, del latte con un po' di limone o aceto e sarà quasi uguale. :)

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  4. Non l ho mai provato ma da come ne parli ho perso una gran cosa!!!

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  5. Non l ho mai provato ma da come ne parli ho perso una gran cosa!!!

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  6. Non l ho mai provato ma da come ne parli ho perso una gran cosa!!!

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  7. Come va in quel dell'India? Vorrei provare la Koolsla, il nome olandese mi piace di più, ma non ho mai mangiato il latticello che qui non si trova e non so nemmeno come si possa fare.

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    1. Ciao Pellegrina. In India va benissimo! Grazie. Siamo entusiasti tutti, scopriamo una cosa nuova ogni giorno e la vita, se bene in alcune cose difficile, in realtà non è così dura come alcuni la dipingono.
      Il latticello lo si può fare. Basta un cucchiaio di succo di limone o di aceto bianco per ogni 250 ml di latte (fresco e intero) Lo si lascia riposare una quindicina di minuti a temperatura ambiente, o fino a che vedi che diventa un po' denso, praticamente comincia a quagliarsi e fa dei grumetti. A quel punto puoi utilizzarlo in ciò che vuoi. Funziona anche con un cucchiaino raso di cremor tartaro, stesso procedimento, forse miglior risultato ma...io preferisco il metodo naturale con il limone. :)

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    2. Grazie, me l'aspettavo che vi sarebbe piaciuta. Immagino non sia troppo dura se puoi permetterti un tenore di vita adeguato. Le malattie però meritano attenzione. Non vorrei sembrare menagramo e non è un campione significativo, ma le quattro persone che conoscevo e che vi hanno vissuto a lungo si sono ammalate tutte e non erano hippie. Grazie anche per il latticello. Come una torda ho comprato una verza per fare la ricetta; perciò devo trovare un cappuccio, perché quella andrà in pinzoccheri (Pat ha appena pubblicato la ricetta). Tra limone e cremor tartaro non c'è sfida, ovviamente ;-). Spero di rileggerti presto e quando vedrai il Forte rosso, dove è così bello passeggiare sotto le vaste sale porticate in marmo accanto alla pietra colorata che tanto vorrei ritrovare, salutale anche per me. Spero ci siano ancora.

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    3. Parliamone....alla terza settimana ero a letto con la febbre della dengue. Eppure siamo attentissimi e neanche noi siamo hippies.
      Sarò di nuovo presto su questi schermi e sul nuovo blog, non solo di cucina, che ho aperto per raccontare l'India.
      www.namaskar-dilli.blogspot.com, se vuoi. Ha solo un post al momento ma ne arriveranno altri.
      Il Red Fort c'è ancora, ma per ora l'ho visto solo da lontano. la prossima settimana non c'è scuola, e ci andrò con i bambini.
      Un caro saluto

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    4. Oh che esordio. Mi dispiace. Sarò felicissima di leggere dell'India qui e sull'altro blog. Spulciando ho trovato una ricetta di melanzane che dev'essere deliziosa e siccome ho comprato da un contadino le ultime, chiamate "primizie tardive", piccole piccole, le cucinerò così. Depeperoncinate e depepizzate però che sennò finisco all'ospedale :-). Il Forte è immenso, ovviamente, e malgrado questo è un monumento da vivere. Almeno lo era. Non so in che condizioni sia oggi. Mi stai facendo venire una tale nostalgia di quei luoghi che ho visitato troppo di corsa, ma i tempi non li potevo scegliere io, tanti anni fa. Buona esplorazione.

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