Ancora parecchio malandata, ma con il capo cuoco almeno completamente guarito che fa delle sue per casa, cerco di riprendere in mano le mie attività normali..non è impresa facile; ma almeno eccomi a voi.
Prima di tutto vorrei ringraziare le vostre dimostrazioni d'affetto, soprattutto a chi è passato e ripassato sia qui che su facebook a chiedere mie notizie e del piccino, secondo...ringrazio tutte quante voi che siete tante, che mi avete coronoato con il premio "Stylish Blogger Award", ve ne sono davvero grata di aver pensato proprio a me! Non ho la forza e il coraggio di ripassare il premio, ne di raccontare sette cose su di me, perchè poi, su di me, leggete qualcosa ad ogni post e chi mi legge immagino che sa cogliere un po' di essenza di me, che cerco di lasciare in ogni parola che vi dirigo.
Ma veniamo a noi. Avrei voluto scrivere questo post, questa storia e di questo piatto giovedì scorso, il 27 gennaio, ma le forze precarie e la febbre forte non me lo hanno permesso.
Il 27 gennaio 1945 i cancelli di Auschwitz furono abbattuti e l'orrore venne alla luce.
6 milioni di ebrei sono stati sterminati durante la seconda guerra mondiale, durante l'operazione "soluzione finale" promossa da un nano matto con baffetto.
Le immagini e i racconti di orrore oramai e per fortuna, il mondo li conosce, anche se c'è ancora chi osa dire che tutto ciò non è mai esistito. Ma io lo so, e lo so grazie ad Hanna, che quel 27 gennaio, ammalata e con pochissime forze, fu fra quei pochi che uscì viva da quello che ormai considerava la sua fine.
Furono deportati dalla Francia, lei, con la sua famiglia, padre madre, nonni, e 6 bambini e Hanna, 16 anni all'epoca, ne uscì sola, sconosolata, senza sapere dove andare, senza un destino, come tutti gli altri che camminavano accanto a lei, ancora il pigiama a righe, la stella gialla..in cerca di un volto familiare, una faccia amica, conosciuta...NULLA.
Ho conosciuto Hanna, perchè il destino ha voluto che suo figlio fosse uno dei pilastri della mia vita, l'ho conosciuta quando i solchi del tempo già marcavano il suo viso e i suoi occhi azzurro chiarissimo riflettevano quello strano dolore mischiato alla gioia di vivere che si trova solo negli occhi dei sopravvissuti della Shoah. Mi colpirono subito i numeri tatuati sul braccio, mai scoperti in pubblico, ma senza problema in privato, per raccontare, per far capire, per ricordare. Perchè la memoria è la cosa più importante, ecco perchè oggi Auschwitz è un tempio del ricordo.
Hanna mi insegnò fra tante cose che un popolo che dimentica la sua storia è condannato a ripeterla. Il popolo ebraico ha detto MAI PIU, si è alzato, rimboccandosi le maniche come sempre era stato abituato a fare, e si è ricostruito da solo, affrontando nuovi nemici, nuovi disprezzi, ma con la consapevolezza che conservare la memoria volesse dire che tutto ciò mai più risuccederà.
Durante la prigionia, questo piatto per molti era un lontano ricordo di casa, di Shabbat, di pane intrecciato e candele accese, di famiglia riunita attorno un tavolo vestito di una tovaglia bianca. Una fantasia che ha tenuto in vita molti, che li dentro non avevano più nome, esistenza, famiglia passato nè dignità.
Il Tcholent è uno dei piatti tipico dello Shabbat. Il suo nome deriva dal francese "chaud et lent", caldo e lento, perchè dutrante lo Shabbat vigono regole rigidissime e molte attività, fra le quali cucinare, sono proibite. Lo si preparava dal venerdi pomeriggio prima del tramonto, e lo si lasciava a fuoco lentissimo in modo che il sabato a pranzo, si avesse un pasto caldo dopo il servizio in Sinagoga.
Zachor. è stata una delle prime parole che ho imparato in ebraico. Vuol dire RICORDARE.
E per mai dimenticare ne l'accaduto ne le grandi lezioni di vita avute da lei, vi presento questo piatto, che mi sta a cuore, che non è un piatto ricco ma è, insieme alla halla, l'anima dello Shabbat, in onore a lei che me lo ha insegnato e che non è più tra noi e a tutti coloro che non ce l'hanno fatta.
Ingredienti per 6 persone
1 Kg di manzo (muscolo, spalla, petto o costole), tagliata a pezzi
3 cucchiai d'olio
2 grandi cipolle affettate
4 spicchi d'aglio interi
1 Kg di patate, intere se piccole, in quarti se medie.
250 gr di fagioli bianchi secchi, messi a mollo dal giorno prima
sale e pepe
In una pentola con coperchio che chiuda bene, fate rosolare bene la carne da tutti i lati. Mettetela da parte e fate soffriggere le cipolle finchè siano tenere. Aggingete l'aglio e mischiate fino a sentirne l'aroma. Rimettete la carne e mettere le patate e i faglioli, spolverizzando si sale e pepe ogni strato. Coprire di acqua e portare a ebollizione, abbassare il fuoco al minimo e coprire. Passare in forno a 110° per tutta la notte*.
La tradizione vuole che il coperchio della pentola si tolga a tavola, in modo che tutti i commensali possano sentire i primi aromi che ne escono, come un regalo per tutti.
*Questa è la maniera tradizionale di cucinare questo piatto, con una pentola la cui ermeticità sia ben provata. Se avete paura di lasciare il forno acceso tutta la notte o se non avete una pentola adatta, vi consiglio allora di cuocerlo a fuoco lentissimo durante la giornata.
Nelle case degli ebrei ortodossi, dal venderdì prima del tramonto alla sera del sabato, nessuna luce, fuoco , forno, ecc viene acceso, è per quello la ragione per cui il forno rimane acceso da prima dello Shabbat.
Dedicato a Hanna Rogluski (Z'L')
Zachor. Al Tichkah. (Ricordare. Mai Dimenticare)
Bentornata!!!!è un piacere rileggerti....
RispondiEliminaciao cara bentornata, mi dispiace non sapevo stessi male, spero ora vada meglio.
RispondiEliminasono meravigliose le parle che dirigi a mia madre. grazie tesoro. grazie.
RispondiEliminaTesoro bentornata!Bellissimo post, purtroppo dedicato ad una tragedia.
RispondiEliminaCome ben sai adoro la cucina etnica e sono sempre curiosa verso le nuove ricette e preparazioni, non conoscevo questo piatto ma mi sembra ottimo!
Baci
ricetta interessante, post su un argomento molto impegnato e tu che ti stai rimettendo dall'influenza... anch'io me la sto trascinando da settimana scorsa e non posso cucinare, né fare altro, ti capisco :-)
RispondiEliminaormai siamo tutti acciaccati,anche il mio piccolo che ha appena 45 gg ed e'abbattutissimo :(
RispondiEliminaBentornata cara.. e mi sono emozionata a leggere sai??? è così.. ma sai cosa.. loro ovviamente non potranno MAI dimenticare..ma ci son persone ovvero l'umanità in generale.. che invece dimentica troppo in fretta.. purtroppo! Grazie per aver "ricordato" lo schifo.. e la pazzia di un un mezzo "uomo"... Ottimo piatto...un abbraccione
RispondiEliminaTesoro bentornata! Mi sono commossa a leggere il tuo post, come spesso mi succede a leggere ciò che scrivi, perchè sai arrivare dritta al cuore con le parole. Ma oggi è un argomento davvero "intenso e pesante", dedicato ad una tragedia che tutti dovremmo ricordare e su dovremmo riflettere.
RispondiEliminaNon conoscevo questo piatto e pur non amando la carne, quel contorno di patate, cipolle e fagioli bianchi lo mangerei davvero con gusto!
Un abbraccio forte forte
che delizia!!! mi hai dato lo spunto per il piatto di oggi! grazie mille! ^.^
RispondiEliminaah... ben tornata! :-D
RispondiEliminagrazie di aver ricordato... di aver ricordato in modo diverso pensando alla vita è qualcosa di speciale.....
RispondiEliminaCiao Ele e ben tornata ^_^
RispondiEliminaMi sono emozionata moltissimo nel leggere le tue parole...non riesco a credere che ci siano ancora persone che non ammettono gli orrori e le atrocità avvenute nei confronti di un popolo..è davvero indispensabile MAI DIMENTICARE, MAI!!
sono felice per il tuo cucciolo guarito e ti auguro una completa guarigione quanto prima...
Un bacione :)
Mi sono commossa leggendo il tuo post. Dove puo' arrivare la cattiveria umana?!!!
RispondiEliminaGrazie per la ricetta e un grosso abbraccio ad Hanna con una richiesta non nascondere mai il numero sul tuo braccio deve essere per voi punto di orgoglio e mai piu' una vergogna.
E' davvero un bellissimo post!!! Complimenti...hai illustrato davvero bene l'accaduto di quel tempo....
RispondiEliminaComplimenti davvero anche per il bel piatto!!!!
Grazie, della ricetta ovviamente, ma soprattutto del ricordo.. cogliere l'essenza non è comunque cosa da tutti. Un abbraccio, proverò a fare questa ricetta, ricordando anch'io attraverso le tue parole. Bentornata.. mancavi!
RispondiEliminabentornata!
RispondiEliminaun abbraccio enorme a chi porta ancora i segni di quel tempo e a chi tramite i loro racconti potrà tramandare il ricordo di quello scempio e di quelle atrocità perchè mai più siano ripetute!
Mai dimenticare, mai e poi mai!!
RispondiEliminaben trovata...
Bentornata carissima!!
RispondiEliminaun bacione e slurp che piatto!
un'abbraccio Anna
che piatto... divino!!!
RispondiEliminadavvero ricordare per non dimenticare.... penso a quella mamma di un compagno di scuola dei miei figli (e purtroppo non lunica...) che alla richiesta della maestra di far vedere spiegandone il siginificato il film la vita è bella di Benigni, si è fermamente opposta perchè suo figlio non deve vedere le cose brutte della vita.... lascio perdere il commento mio personale... ma se non facciamo conoscere ai nostri figli, nella maniera giusta ad ogni età s'intende cosa sia la viata, anche i campi di concentramento come le guerre come le tante violenze sugli uomini, non avremo mai uomini veri.... grazie per questo post, per questa testimonianza vera e vissuta e la ricetta semplice e gustosa davvero mi fà ricordare un pranzo della domenica... quando tutti insieme ci si siede al tavolo e si condivide la settimana passata..... scusa se questo commento è stato lungo, spero ti sia rimessa come il tuo cucciolo! un abbraccio Ely
RispondiEliminaEleonora....non so perchè..ma aspettavo questo post...si..lo aspettavo...il 27...ma eri malata...e oggi quando ho letto questo titolo nel blogroll..ho pensato"eccolo!!"...non sono ebrea, ma questa religione non so perchè ,ma mi ha sempre affascinata... l'ho vista di "striscio" nei film americani, ma solo grazie a te ho imaprato a capire la festa delle luci.... l'ho osservata visitando le sinagoghe sparse in alcune città del mondo (le ultime a Venezia)...mi piace quando vado a Roma andare nel Ghetto (spero di non offendere nessuno scrivendo così) mi piace vedere quei negozi, quelle scritte..... ma soprattutto l'ho sofferta, tanto tanto...quando misi piede a Dachau...e non so perchè ho sentito un immenso dolore, ho sentito la sofferenza, i pianti, le preghiere , i lamenti, le urla...e uscendo dal quel cancello vergognoso con sopra scritto "Arbeit macht frei"...svuotata da ogni energia ho detto "MAI PIU'"!!!
RispondiEliminaFarò questa ricetta....mi piace tanto...ho solo un probloema...dopo averla fatta andare su fuoco bassissimo (per quanto tempo???)...devo metterla in forno sempre coperta???(perchè credo di non avere un coperchio per il forno)... :(
Ben tornata tra noi... Grazie per il ricordo e per questa gustosa ricetta!!! Un abbraccio!
RispondiEliminaMi sono commossa anch'io come molti.
RispondiEliminaAnche se non abbiamo vissuto sulla nostra pelle questo inferno, ti assicuro che è per me una pena che porto nel core, ogni volta mi ritornano alla memoria immagini che ho visto da ragazza, che vorrei cancellare ma che non posso dimenticare, non ne ho il diritto.
Erano semplici foto di povera gente, ma mi hanno segnato per sempre.
TI abbraccio forte.
ben tornata...leggere questo post e davvero emozionante...di dolore e ricordi....
RispondiEliminae molto toccante...
un abbraccio forte da lia
Un delizioso post :)
RispondiEliminaNon conoscevo questo piatto, mentre conosco come tutti la tragedia degli Ebrei.Ogni anno nel giorno della memoria guardo tutto quello che fanno vedere,tutte le sofferenze, le umiliazioni e l'immenso dolore di un popolo e puntualmente piango.Il mio primo ricordo è la lettura del diario di Anna Frank e come me penso che nessuno potrà mai dimenticare! Un abbraccio!
RispondiEliminaBentornata carissima
RispondiEliminami sei mancata come penso a tanti tuoi suppurters.
Come al solito pubblichi uno splendido post che oltre al piatto che proponi ci consente di leggere storie meravigliose come quella di oggi.
Non smettere di stupirci e di deliziarci di tutto ciò.
Un caro abbraccio.
NB Un bacione al piccolo cuoco
Una bella ricetta e ...un colpo all'anima....
RispondiEliminaTriste e commovente...dolore e rabbia.Molto toccante.Proverò la ricetta. Bacioni
RispondiEliminaCiao cara! Complimenti per questo post!! E complimenti anche per questa appetitosissima ricetta! Un bacione.
RispondiEliminaCiao Eleonora, ho scoperto il tuo blog attraverso Eli/Fla e ne sono molto felice! No, il nano con i baffi purtroppo non era pazzo, troppo comodo! Il male, orribile ed assoluto, è, come dice Hanna Arendt, servito dalla banalità, dalla quotidianità dell'assuefazione, da mille, centomila complici, che credono di non poter far altro che ubbidire, da chi trova il suo perfido tornaconto, da chi si fa servo del potere per utilizzare un po' di quel potere. Per questo il male può ancora ripresentarsi! Hanna, la tua Hanna, ti ha lasciato un insegnamento importantissimo: è vero, nessuno deve mai dimenticare! Sono stata per vent'anni un'insegnante in un Liceo della mia città,e in ogni classe ho raccontato, spiegato, portato testimoni e documenti. I giovani devono conoscere, per non dimenticare mai più, per proteggere il loro futuro dall'orrore, dagli orrori.
RispondiEliminaGrazie per il tuo bellissimo post!
grazie per questo bel messaggio che ci hai lasciato. Giorgia & Cyril
RispondiEliminabentornata cara, sono contenta che il capo cuoco si sia ripreso completamente.
RispondiEliminaE' bello leggerti ed è giusto ricordare per non dimenticare!!!!!!!!!!!!!
Bentornata!
RispondiEliminaChe piacere rileggerti! Oggi ci hai commossi! E commossi mandiamo il nostro pensiero ad Hanna!
Ciao eleonora, sono felice di rileggerti e di leggere di un piatto così significativo e simbolico. Mi piace molto conoscere il significato dei piatti, dei gesti, dei rituali del popolo ebraico, mi affascinano moltissimo e leggo molto in merito. E' proprio vero che l'identità di un popolo non può prescindere dalla storia e dal ricordo. E' giusto ricordare e parlare di ciò che è stato perchè i giovani non possono non sapere, e i grandi non devono dimenticare!
RispondiEliminaUn bacione
Un post molto inteso...complimenti per tutto.
RispondiEliminap.s. passa da me c'è un premio per te.
ciao
ho letto il post e di fronte a tale intensità, il resto sembra futile... mi sono commosso sinceramente e credo che una cosa così debba essere ricordata perchè aiuta a capire e ci fa fermare e pensare a come possono essere cattive le persone e a quanto siamo fortunati nonostante ci lamentiamo di ogni cosa.. detto questo BENTORNATAAAAAA e sn contento tu stia meglio compreso il capo cuoco.. un piacere riaverti tra noi cn le tue storie le tue riflessioni e sopratutto le tue ricette.. io nn amo la carne ma il contorno mi ispira un sacco ;) ben tornata.. p.s. c'è un pensiero sul mio blog.. ho visto che ne hai ricevuti tanti ma spero t possa apprezzare cmq.
RispondiEliminaCon affetto
ALessandro il Papero :)
Bentornata di cuore!!!
RispondiEliminaQuesto post è la memoria di coloro che non ci sono più e l'orgoglio di quei pochi sopravvissuti all'olocausto.La malvagità purtroppo non è morta con la fine del nazismo,ma dimora ancora nelle mente dei dittatori che comandano le guerre di oggi a suon di sangue e petrolio. Grazie per questa parentesi profonda e pace a coloro che sono nel regno dei Cieli ed hanno visto la morte più atroce coi loro occhi e quelli dei loro bambini.RICORDARE SEMPRE,DIMENTICARE MAI!Brava,baci.
Carissima Eleonora, grazie per questo post che non ci fa dimenticare le brutture che certi uomini riescono a fare e far fare, mi hai fatto commuovere con la storia di Hanna e mi ha fatto commuovere il tuo uomo che ti ha ringraziato.
RispondiEliminaSono sempre rimasta senza parole alla vista dei documentari e film e quando a Londra lavorando in un negozio ho visto un cliente alto e distinto con i numeri sul braccio stavo istintivamente accarezzando quel braccio per fargli capire la mia solidarietà, ma non lo feci per timore e per molti giorni è rimasto nei miei pensieri perchè avrei voluto avere la tua fortuna di conoscere la storia di quell'uomo sicuramente tanto forte come la tua dolce Hanna.
La ricetta la segno per farla presto.
Baci
Ciao Eleonora, sono contenta che tu stia meglio, e grazie per la storia. Aver conosciuto Hanna dev'essere stato un gioiello della tua vita che splendera' per sempre.
RispondiEliminabaci
Alessandra
Non conoscevo questa ricetta: grazie per averla pubblicata!
RispondiEliminaE grazie anche per il bel post...hai ragione non bisogna mai dimenticarsi di ricordare!
Un abbraccio!
Ciao , sono venuta a trovarti anch'io!!!
RispondiEliminaE naturalmente complimentoni ehh!!!
...sarò una tua "Seguace" futura...
mi è piaciuto davvero tanto questo post...
RispondiEliminae m'è venuto in mente un film...
http://www.youtube.com/watch?v=dwyvwd9Um-I&feature=related
Sei tornata!!! E viva!
RispondiEliminaSai, la storia di Hanna mi ha lasciato triste come con un vuoto dietro il cuore... certe cose non si dimenticano, di sicuro, pero por si a caso: ZACHOR!
La tua ricetta invece mi lascia un pò sconvolta... in che senso tutta la notte con il forno accesso a 110? E tu vai a dormire mentre? non mi torna...
Hai scritto davvero un bel post...profondo...
RispondiEliminaBrava e grazie per aver condiviso il tutto! Bentornata,un bacione
Bentornata Eleonora,un bacio a te al piccolo capocuoco,come al solito un bellissimo post.
RispondiEliminaCiao Fausta.
Bentornata, hai ripreso alla grande con una carne contornata alla perfezione
RispondiEliminaTì
Ho le lacrime agli occhi e i brividi. Alla tua cara Hanna.
RispondiEliminaLa mia prima parola in ebraico è stata Shema....
Brava Eleonora e grazie .....il cibo è anche nutrimento dell'anima, motivo di condivisione, accoglienza.....sarebbe bello che tutte noi , tue nuove e vecchie amiche virtuali, cucinassimo questo piatto legato alla memoria, e sentendone il profumo insieme ai nostri cari, idealmente ci sentissimo vicine....
RispondiEliminaUn abbraccio per non dimenticare!
Ben tornata cara Eleonora, e complimenti un bellissimo post e una gustosa ricetta!!!! Un abbraccio cara!
RispondiEliminaTesoro,bentornata!!!!! :-))))
RispondiEliminaE complimenti per questo magnifico piattino,adatto a questi giorni freddolosi,brava!!!! ;-)
Un mega abbraccio a te e capocuoco**
ciao Eleonora.. mi ha commosso il tuo posto.
RispondiEliminaSono stata a Dachau un paio di anni fa, e le vecchie fotografie scattate nel campo di concentramento non le dimenticherò mai più, le ho ancora nitide nella memoria. Così come i forni ancora intatti. Non posso nemmeno immaginare cosa sia stato vivere in quei luoghi... hai ragioni. NON DOBBIAMO DIMENTICARE!! mai....
bentornata e grazie di questo post, dobbiamo ricordarci di non dimenticare...
RispondiEliminaNessuno dovrà mai dimenticare...un grande abbraccio
RispondiEliminaBentornata, vedo che ti sei rimessa alla grande. Hai scritto un post degno di nota...brava, è importante non dimentocare...mai! salutoni
RispondiEliminaGrazie per questo post! Prima di Natale sono stata a Monaco di baviera e sono andata a visitare il campo di dachau..sono stata malissimo per giorni.
RispondiEliminaLa ricetta è splendida! :) un bacione
conoscere ciò che è nuovo, ciò che a volte fa paura, ciò che si dovrebbe sapere è una gran fortuna. quindi non mi resta che dirti grazie.. un bacio Faby
RispondiEliminaMolto interessante la tua ricetta... non solo per i contenuti del piatto ma per tutto ciò che rappresenta! ora stai bene?
RispondiEliminaa presto!
Bellissimo post, tanto per incominciare, hai pienamente ragione: bisogna tener viva la memoria di certi fatti per far si che non riaccadano più...il passato e la storia bisogna studiarla per far meglio il futuro.
RispondiEliminaUn abbraccio e buon rientro alla normalità allora!!!
Anche la famiglia della mia mamma ha vissuto quella tragedia, in casa mia non si dimentica!!
RispondiEliminaAnzi.......
Ti abbraccio stretta!!!!!!!!!
Bentornata tesoro, spero vada meglio!!! complimenti per questa bella ricetta!!! un abbraccio :)
RispondiEliminaChe bello rileggerti, sono felice che sia passato tutto. I piatti legati alle tradizioni hanno sempre dietro ricordi, sentimenti ed esperienze delle tante persone che hanno contribuito a renderli così come noi li riproponiamo oggigiorno. Certo questo piatto ha dentro di se milioni di ricordi e di esperienze che non devono mai andare dimenticate e perdute.
RispondiEliminaCiao bellezza e ben tornata....spero soprattuto che adesso tu sia guarita....ti mando un bacione la stefy
RispondiElimina:)...
RispondiEliminamolto toccante...
RispondiElimina.. Nulla è per caso e ancora una volta ne ho la conferma.
RispondiEliminaGrazie torno a leggere ;-)