lunedì 15 giugno 2015

Lamburger, ovvero, hamburger di agnello, con ketchup di mango e "chips" di carote al cumino






Succede ogni quattro anni, circa.
Quel momento in cui devo rifare le valigie per lasciare un posto per sempre. Quel momento in cui devo mettere la mia vita in scatole di cartone e decidere cosa portarmi dietro e cosa no.
E ci sono sentimenti che si incontrano come la tristezza delle persone che lasci e l'illusione del posto e le persone che troverai. E hai mille progetti e duemila domande in testa.
In questo momento mi trovo tra due mondi, con un piede in Marocco e uno in India. Un gran salto, senza dubbio. E la gente quando lo racconti, sgrana gli occhi per chiedermi se sono contenta, come se avessi detto che andiamo quattro anni in Afghanistan, o in Siria. E invece per me Delhi è solo un sogno che si avvera.
Lo so, sarà difficile. Vedremo realtà durissime che non possiamo neanche immaginare. Forse come dicono alcuni dovremo indurirci il cuore per poterci vivere e che la miseria marocchina che abbiam toccato con mano, non sarà nulla al confronto.
Dicono anche che dal primo momento, dall'istante in cui scendi dall'aereo, l'India o la ami, o la odi. Per sempre. Pare non esistano vie di mezzo.
Dentro di me, nel profondo, so già che l'amerò. Malgrado le difficoltà. Forse perchè ho sempre pensato che chi sta bene con sé stesso, sta bene ovunque, o forse perchè immagino di perdermi tra sete colorate di sarii e spezie di ogni tipo.
In questo momento in India è la piena stagione del mango. A Delhi c'è la fiera del mango, e rinomati chef della città concepiscono menù a base di questo frutto. L'anno prossimo non me lo perdo.
Per ora, con il mango ci ho fatto il ketchup.
E l'haburger è di agnello, perchè le mucche, si sa, sono sacre.
Il panino non è quello di Arianna, perchè se no, avrei dovuto scegliere un burger di pesce o vegetariano, ma prometto di provarlo al più presto, ma questo doveva essere di carne, doveva essere un Lamburger.
L'ho pensato con un piede in Nord Africa, e un altro in India.
Un Lambuger fusion, come la mia testa in questo momento.



 Lamburger con ketchup di mango e "chips" di carote al cumino

Ingredienti per 6 hamburger grandi

Per i panini

6 panini grandi
250 ml di latte di avena
125 ml di acqua
1 cucchiaino e 1/4 di lievito secco
400 g di farina forte
1 cucchiaino e mezzo di sale
60 ml di olio d'oliva extra vergine
1 uovo
1 cucchiaio di latte di avena
semi di nigella

Intiepidire il latte con l'acqua e scioglierci il lievito. Incorporare la farina e impastare fino a che la farina assorba i liquidi. Aggiungere l'olio e il sale ed impastare ancora fino ad ottenere una palla liscia ed elastica. Coprire con la pellicola e mettere a lievitare fino a raddoppio. Dopodichè, sgonfiare l'impasto e formare i panini, adagiarli su una teglia rivestita di carta forno e "schiacciarli" lievemente con il palmo della mano. Lasciar lievitare di nuovo fino a raddoppio. Una volta raddoppiati, sbattere l'uovo con il latte e spennellarli sui panini. Spolverizzare con i semi di nigella e infornare in forno già caldo in modalità statica, per circa 20 minuti.
*non riporto i tempi di lievitazione perchè dipendono dalla temperatura ambientale, così come i 20 minuti di cottura dei panini, possono variare da forno in forno.

per il ketchup di mango 

4 manghi medi, maturi
60 ml di aceto bianco
2 cucchiaini di di zenzero, in polvere
1 cucchiaino di sale
125 g di zucchero di canna grezzo
125 ml di vino bianco secco
1/2 cucchiaino di allspice (piemnto di Jamaica) macinato al momento
1/2 cucchiaino di peperoncino di Cayenna in polvere

Sbucciare i manghi e tagliare la polpa a pezzi. In un mixer, frullare la polpa di mango con il resto degli ingredienti. In una pentola dal doppio fondo, mettere il frullato ottenuto su fiamma bassa e cuocere mescolando spesso, fino a quando il composto si sarà ridotto e addensato. Ci vorrà una ventina di minuti. Lasciar raffreddare completamente, passare al setaccio con maglie fine e conservare in frigo per almeno 6-8 ore prima dell'uso in modo da permettere ai vari sapori di amalgamarsi tra loro. 



Per i burger

2 spalle di agnello
una manciata di foglie di menta
una manciata di foglie di coriandolo
una manciata di foglie di prezzemolo
2 cucchiaini di cumino macinato 
sale
pepe nero, macinato al momento

Ho dissossato le spalle di agnello e tritato la carne nel trita-carne della planetaria, facendo in modo da avere un composto di carne con circa il 20-30% di grasso, ad occhio. Ne ho pesati 900 g per gli hamburger e congelato il resto. Ho tritato le erbe finemente. Ho quindi mischiato velocemente la carne con il resto degli ingredienti e formato le polpette, da 150 g ognuna. Cotti sulla la piastra calda voltandoli spesso senza schiacciarli. Io li ho cucinati au bleu per pochi minuti, piastra molto calda, con il termometro a sonda, il centro aveva una temperatura di 41°C.

per farcire

rucola fresca




per le chips di carote

1 kg di carote
2 cucchiaini di cumino
olio d'oliva vergine, per friggere
sale
tanta pazienza, per "pelare" le striscie.

Sbucciare le carote e "pelare" tante strisce con un pelapatate. Scaldare l'olio e friggere velocemente le striscie, che devono risultare croccanti ma mandenere il colore arancio vivo. Spolverizzare di sale e cumino a piacere.

Montare gli hamburger:
Tagliare a metà i panini, sulla parte inferiore, adagiare una generos quantità di rucola, mettere la polpetta sopra e metterci il ketchup di mango alla fine. Coprire con la parte superiore del panino. Servire immadiatamente, con il contorno di chips di carote appena fritte.



Con questa Ricetta partecipo al MTC di giugno 2015, L'Hamburger di Arianna








18 commenti:

  1. Incredibile sinfonia di sapori davvero eccezionale! Da podio!!! Complimenti!!!!

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  2. Mi piace tutto di questo Lamburger: dal nome, al pane fatto col latte d'avena, al ketchup di mango, per finire con la carne di agnello, che amo tanto, arricchita da erbe e spezie.
    Grandissima come sempre, Ele!!!!

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  3. Il ketchup al mango lo voglio provare prestissimo.....mi piace tantissimo il tuo burger!
    E per l'India so già che te la caverai e non bed l'ora di leggerti

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  4. che poesia questo piatto, che armonia....eri proprio ispirata dal momento che stai vivendo...sempre pronta a impacchettare e a trasferirti, pronta per nuove realtà e variegata umanità tutta da scoprire!
    non vedo l'ora di leggere le tue impressioni indiane...
    a presto
    Cris

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  5. Lo sai che amo l'India, per cui questo panino m'invoglia da morire!

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  6. Eleonora, mi sa che stavolta in India non ci arriviamo....ma per certo so che tu riuscirai a saper convivere con questi contrasti immensi di cui vive questo paese.... e a rendere tutto equilibrato con i tuoi ritmi, i tuoi gusti, la tua curiosità di conoscere.... un grande in bocca al lupo e complimenti per il lamburger...che mangerei ad occhi chiusi per carpirne ogni singolo sapore al meglio!! Bacioni

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  7. L'India mi ha sempre affascinato...e spaventato. Il Paese dei mille contrasti e delle sete variopinte come variopinta è la sua popolazione e la sua cucina.
    L'India che anche il Martirio vorrebbe visitare ma che, per il momento, rimane il viaggio del cuore.
    Buon viaggio, amica mia. Mettere i ricordi in scatola non basta. Serve lasciarli nel cuore e lì non si perdono mai.
    Amo la carne di Agnello e pure questo tuo ketchup di mango mi ispira tantissimo.
    Bello come abbinamento anche per le carote.
    Buona sfida. Buoni preparativi. Buona avventura e buona VITA!
    Nora

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  8. Ho un carattere strano, faccio amicizia facilmente con tutti ma solo a poche mi affeziono, mi basta poco per affezionarmi, uno sguardo, una parola, un tratto del carattere che mi ispira...e quando mi affeziono lo faccio in maniera terribilmente radicale. E' come se quella persona entrasse a far parte di me, del mio essere, del mio cuore. E tu sei una di quelle poche...
    Lo sapevo, io lo sapevo che mi avresti fatto sognare. Conosci i miei gusti e sai come rapirmi... :)
    Ti trovi ora tra due mondi completamente diversi ma mi azzardo a dire quasi complementari. E probabilmente l'unione di questi due mondi meravigliosi è proprio racchiusa in questo panino. In un LAMBurger (ma quanto ti lovvo!!! :D ) profumato di menta, coriandolo e prezzemolo e l'aggiunta del cumino che con l'agnello sta divinamente.
    Ma l'agnello... l'agnello!! Oh sì proprio l'agnello in sé è quello che mi rapisce, sai quanto ami la sua carne (ora mi aspetto un attacco di qualche vegetariano, mi dispiace ma non posso farci niente... mi piace troppo!!) e quel ketchup al mango...già quando me ne hai parlato ho iniziato a sognarmelo la notte...
    E sai una cosa? Non ho provato mai a friggere le carote, per lavoro sì facendo una simil tempura, ma così sottili proprio no... e l'idea di averle così croccanti mi stuzzica parecchio!

    P.S. Un pochino ti invidio per questo tuo girovagare per il mondo, in paesi che io vorrei con tutta me stessa visitare ma che mi è impossibile non tanto per la pigrizia di mio marito, a viaggiare volendo viaggia, è che in certi paesi dovrebbe chiedere dei permessi particolari che non sempre gli accordano. E' tutta una pallosissima burocrazia!!
    Spero che gli accordino l'India nei prossimi quattro anni...che mi tufferei e perderei anche io tra sete e spezie insieme a te!!

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  9. Ciao! Questa ricetta è fantastica!!! Complimenti!!! Mi mancava questa versione originale!!! Brava!

    Colgo l’occasione per invitarti a partecipare al mio nuovo contest! Puoi aderire con ricette etniche, vegetariane o lievitati. In palio ci sono regali magnifici, interamente realizzati a mano dalla mia amica Eleonora (ERCreazioni). Ti lascio il link così dai un’occhiata:
    http://www.kucinadikiara.it/2015/06/crezioni-in-kucina.html
    Un abbraccio!
    Chiara

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  10. Che bello, mi piace moltissimo questo hamburger, e il ketchup di mango mi incuriosisce moltissimo.
    Deve essere bellissimo vivere in un posto con l'India, anche se non semplice per i motivi che hai detto tu...ma ti ammiro molto per la mobilità che hai, e la capacità di adattamento e l'apertura mentale che sicuramente ne derivano. Al confronto io mi sento un albero, piantata qui che se mi sposto di 10 km perdo il baricentro.
    In bocca al lupo questa nuova vita!!
    Alice

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  11. Mi capita di pensarti spesso in questo periodo perchè so che stai preparandoti al cambio. Alla tua nuova vita, e quando sento di persone che lasciano i luoghi che conoscono per andare dall'altra parte del mondo, e qui dentro ce n'è un'altra che lo ha fatto di recente, vero Ale?, ecco, io mi immedesimo, e mi faccio mille domande, le stesse che poi mi capita di fare ai diretti interessati.
    Ma ancora di più perchè il tuo cambiamento non coinvolge solo te stessa, ma una famiglia con bimbi piccoli, che cresceranno con mille esperienze e saranno sicuramente uomini migliori. Di tutto questo girovagare, è questa la cosa che mi affascina di più. E' come la vita in tanti luoghi così diversi possa farci diventare esseri umani sicuramente migliori, possa insegnarci ad essere più lungimiranti e meno critici, egoisti.
    Il tuo panino è questa sintesi: racconta di una donna che ha un milione di mondi dentro di sé e li sa raccontare con una grazia ed una sensibilità senza pari. Non ti dico altro perché già mi emoziono. Un forte abbraccio cara Ele.

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  12. Non posso condividere la scelta dell'agnello, ma condivido appieno l'unione e l'originalità degli accostamenti e la strabiliante realizzazione, grazie per esserci, per trasmetterci sempre le tue emozioni, per saper apprezzare e trovare il lato bello delle tue esperienze di vita e per le faccine di Lolo e Sébastien che riempiono il cuore di molti su FB! Una rara sensibilità emerge dal tuo blog e traspare in ogni tuo piatto che ha sempre un filo conduttore come in questo caso, brava Eleonora! Io con l'India ho sempre avuto un rapporto particolare, un giorno te lo racconterò ...

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  13. Hai unito due luoghi che adoro e che spero un giorno di visitare. L'India e il Marocco, unite da un burger che ha i profumi di entrambi i paesi. Menta, coriandolo, cumino e poi quel mango che diventa ketchup (e che ti copierò quanto prima) e le carote al cumino.. non c'è una cosa che non mi piaccia in questo burger. Bravissima e in bocca al lupo per i tuoi nuovi progetti :)

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  14. quando si è trattato di scegliere il quartiere dove metter su la nostra nuova casa, non ho avuto esitazioni: lo volevo il più vicino possibile ad una comunità. all'epoca eravamo provvisori a Chinatown e io avrei voluto restare lì,da tanto era stato facile entrare in sintonia con quella zona.Invece, mi è toccata l'India "senza la puzza", come viene chiamata la Little India singaporiana, la più grande comunità indiana al di fuori dal Paese d'origine. La spesa, il sarto, le stoffe, gli arredi, tutto viene fatto nelle vie affollate e strette e nei mercati chiassosi,grandi e ugualmente affollati di questo quartiere- e sorvolo sui dilemmi del ritorno a casa, quando non riesco a capire che cosa ho comprato,visto che le etichette sono in rigoroso e incomprensibile sinti.
    Da qui a parlare di India "vera", non so se avrei il tuo stesso entusiasmo: al pari di tutti i Paesi di grandi contrasti, anche questo non conosce vie di mezzo, per cui o lo ami o lo odi. amarlo ti fa onore e sono sicura che per una persona con la tua sensibilità e la tua intelligenza, un'esperienza del genere sarà solo una fonte inesauribiledi arricchimento personale.
    E non voglio pensare a che cosa uscirà fuori dalla tua cucina, visto quello che vedo in questa anticipazione, che avrei premiato solo per il nome ed il ketchup al mango: d'altronde, quanto tu sia mancata a questo gioco è cosa che solo chi ha avuto modo di seguirti in questi anni ha potuto misurare, almeno fino a quando non è finito il metro...
    In bocca al lupo per la tua nuova avventura- e non sia mai che ci si possa fare ciao ciao con la manina,fra una sponda dell'oceano e l'altra :-)

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  15. Ciao Eleonora, non passavo di qui da tanto tanto tempo. Avendo perso i contatti su fb....e sinceramente non avendo neanche il tempo ultimamente mi sono persa un po di cose. Mi ero dimenticata di quanto fossero belli i tuoi post oltre le ricette fantastiche e originali. In bocca al lupo per la nuova avventura. Io Sono stata a Delhi qualche volta per lavoro e l'ho amata subito, per quanto sia rimasta veramente sorpresa dalla realtà . Insomma avevo una vaga idea ma non pensavo fosse così'.....sfrenato lusso da un lato....poverta' assoluta dall'altro. Un abbraccio

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  16. Ci sono stata a 16 anni. Scendere dall'aereo a Bombay in pieno monsone è stata una botta. L'odore e l'umidità che ti accompagnano sempre. Però non ho provato quella sensazione di amore o di odio assoluti. Piuttosto la voglia esplorativa. Alcune cose mi sono piaciute moltissimo, soprattutto fuori dalla zona più umida. Delhi e il nord di certo. Ma anche Madras. Benares, no: un grande mercato. Bombay neppure. Calcutta, una dimensione smisurata che soffoca anche l'orrore di tanta povertà. Una zona importante come il Kerala nemmeno l'ho sfiorata. Insomma come dire che ti piace o no l'Europa. L'India è immensa. Non so quale sarà la tua vita lì, io ho fatto la turista nelle zone monumentali e il forte rosso è un ricordo indelebile. Viverci sarà diverso. Ma ciò che posso testimoniare, malgrado la frase un po' estrema che ti hanno detto, è che esistono di certo le vie di mezzo.

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    1. Mio padre diceva che niente è bienco o nero, ma che ci sono in mezzo lille e una sfumature di grigio. Gli ho sempre creduto perchè nella mia vita è sempre stato così. In questo caso però sull'India me lo hanno detto in tanti: o la ami, o la odi. Glielo saprò dire presto.
      Quattro anni a New Delhi preferisco pensarli in sfumature di grigio, o meglio, in tutte le sfumature di colori che quella terra ci regalerà.
      La nostra vita lì sarà vita da expat, ma la vita regala sorprese e sono più che sicura che la nostra vita Indiana ce ne regalerà moltissime. :)

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  17. Ecco, sì, colori. Tantissimi. Non riesco a pensare all'India in grigio, ma le sfumature certo sì. E' un paese che ha sfumature. Persino l'industriale Amritsar che ho visto prima della rivolta, era uno scenario nero di carbone che racchiudeva in uno scrigno foderato di marmo bianco un lago con un rubino incastonato d'oro... difficile che non piaccia e difficile che piaccia proprio tutto il resto.
    Io ho poche radici, perché non mi sento a casa mia in Italia. La vita di expat professionista mi si adatterebbe. Auguri a voi.

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