giovedì 23 luglio 2015

Dieta vegana al microscopio: rischi e miti da sfatare



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Dieta vegana al microscopio: rischi e miti da sfatare

post a quattro mani:

in collaborazione con il Dr. Michael I. Meyers,
Chirurgo Oncologo, esperto in Nutrizione Preventiva


Prima di tutto, noi coautori di questo post vogliamo assicurare che non siamo pagati da nessuna industria di carne o del latte, e che non è nostra intenzione giudicare le scelte personali di nessuno.
Il proposito di questo post è semplicemente fare informazione, perchè crediamo che quando si è informati, le scelte individuali diventino più consapevoli.
Vuoi per moda, per etica o per convinzione di fare la scelta più salutare, la dieta vegana prende sempre più piede nel mondo e l'Italia non ne è l'eccezione. 

Ma è davvero così salutare a lungo termine? 
Noi crediamo di no e vi spieghiamo perchè.
 
A lungo termine, i vegani rischiano deficienze di importanti nutrienti.
L'uomo è per natura un animale onnivoro, ciò vuol dire che ha bisogno di alcuni nutrienti indispensabili che si trovano solo nei prodoti di origine animale.

La vitamina B12. 
Chiamata anche Cobalamina, è una vitamina idrosolubile essenziale nella formazione del sangue, nel funzionamento cerebrale, nella sintesi dei neuromediatori e in moltissime altre funzioni che non ci dilungheremo a spiegare.  Un deficit della vitamina B12, porta una forma grave di anemia, caratterizzata tra le altre cose da macrocitosi (globuli rossi che aumentano di grandezza). Studi recenti, realizzati dall'Università di Madison, Wisconsin e dal Northwestern Memorial Hospital, Chicago, Illinois, segnalano che più dell'86% dei vegani avrebbero mancanza critica di questo nutriente, paragonato al solo il 5% degli onnivori.
Un mito molto comune tra i vegani è che si possa ottenere la vitamina B12 da fonti vegetali come alcune alghe, spirulina e lieviti. In realtà questi alimenti contengono una sorta di pseudo-vitamine B12, chiamate cobamide, che bloccano l'assorbimento della vera vitamina B12 e ne aumentano il bisogno. La vitamina B12 vera e propria è disponibile unicamente in fonti alimentari animali.

Le vitamine A, D e K2. 
Un altro mito da sfatare. La vitamina A non è presente in natura nei vegetali. Ciò che alcuni vegetali come le carote e i peperoni contengono, è il carotene. La credenza popolare è che il carotene possa tramutarsi in vitamina A, tuttavia questa conversione non avviene, o avviene in maniera irrisoria. Ci vorrebbero quantità esagerate di carotene per costruire una quantità molto moderata di vitamina A. Ma quando interviene ipotiroidismo o una mancanza di grassi salutari nella dieta (comuni nei vegani) questa trasformazione non avviene del tutto. La vera vitamina A, si trova in alimenti di origine animale, come fegato e tuorlo d'uovo, per esempio.
In modo molto simile, la vitamina D biodisponibile (D3) si trova anch'essa unicamente in fonti alimentari animali come tuorlo d'uovo, fegato di merluzzo o prodotti del latte. Che i funghi contengano vitamina D è completamente falso; in realtà, i funghi contengono vitamina D2, la quale non è assorbibile dal corpo umano.
Le vitamine A e D sono essenziali nella regolazione immunitaria, la digestione, la fertilità e l'equilibrio ormonale.
La vitamina K2, invece, è la responsabile del tasporto del calcio verso le ossa. Questo vuol dire che si può assumere via alimentazione o supplementi tutta la quantità di calcio che si vuole, ma senza vitamina K2 risulterebbe inutile. Il miso è l'unico alimento di origine vegetale che la contiene, sebbene in misera quantità. Ne sono ricchi invece le uova, latte, formaggi, fegato, manzo e pollo.

Ferro.
Esistono due tipi di ferro. Il ferro eme e il ferro non eme.
Il ferro eme è contenuto nelle carni e nelle uova, costituendo quasi il 40% dell'intero contenuto di ferro di questi alimenti. La particolarità del ferro eme è che è facilmente e altamente assorbibile nei soggetti normali e sani. Il ferro non eme, invece, che costituisce l'altro 60% del ferro di origine animale e il 100% del ferro vegetale, è molto poco assorbibile, anche accompagnato da alimenti ricchi di vitamina C, malgrado le leggende metropolitane. Questo comporta che i vegani abbiano in genere una più bassa riserva di ferro, carenze o anemie in paragone agli onnivori.

Altre carenze importanti meno conosciute: Creatina (formatrice di riserve energetiche nelle cellule), Carnosina (protegge contro la degenerazione cellulare), il Colesterolo (in quantità ragionevoli, vitale per la salute ormonale, epatica e la digestione) e l' Acido Docosahexaenoico DHA (l'acido grasso essenziale più attivo degli Omega 3). Qualche parola in più per quest'ultimo componente. Gli Omega 3 contenuti nelle fonti vegetali come semi di lino, di chia e canapa, o le nocciole, sono poco assorbibili. Gli omega 3 vegetali sono ALA. Gli acidi grassi ALA devono essere trasformati in EPA o DHA per far sì che il corpo possa utilizzarli. Peccato però che questa trasformazione sia insufficiente. Uno studio non recentissimo ma unico nel suo genere, ha dimostrato che le donne trasformano solo il 21% degli ALA in EPA e solo il 9% in DHA. Negli uomini il tasso di trasformazione è ancora più basso.

Per tutte queste ragioni e possibili carenze, molti vegani si affidano ai supplementi vitaminici e minerali. Purtroppo però, i supplementi non hanno gli stessi benefici delle vitamine assorbite naturalmente dal cibo. Quando questi nutrienti vengono dal cibo, interagiscono chimicamente con altre molecole per poter produrre effetti benefici. Da soli, potrebbero invece essere meno utili.
Diversi esperimenti clinici sono stati condotti sugli effetti dei supplementi e il rischio di cancro. Alcuni di questi studi hanno dimostrato che alte dosi prese in maniera sistematica e a lungo termine aumentano il rischio di generare la malattia.
È assodato che la miglior maniera di ottenere la più vasta gamma di vitamine e minerali è di mangiare sano ed equilibrato senza eliminare nulla. I supplementi non sostituiscono una dieta sana, anche se in alcuni casi la prescrizione è necessaria in certi periodi della vita, come per le donne incinte o le persone anziane.

Una volta analizzati i rischi di carenze, una menzione sul The China Study va fatta. Prima di tutto va detto che è il titolo di un libro, non un reale studio scientifico e che da dieci anni è usato per promuovere l'idea che la dieta vegana è più salutare di quella onnivora e l'unica via da seguire per una vita di benessere. 
Pubblicato da T. Colin Campbell nel 2005, malgrado tutti gli studi scientifici che in questi dieci anni lo hanno contraddetto, The China Study continua ad essere considerato dai vegani come la verità assoluta ed è la fonte della maggior parte delle leggende metropolitane che si leggono in rete.
T. Colin Cambell, un professore americano di biochimica, talmente conquistato dalle sue teorie, ha palesemente realizzato una scelta selettiva dei dati delle sue osservazioni per avvalorare e appoggiare le sue tesi e conclusioni, ignorando consapevolmente i dati che non calzavano.
Le scoperte più importanti di T. Colin Campbell sono infatti state esaustivamente smentite nel corso degli anni.
Per chi mastica l'inglese, raccomandiamo i seguenti articoli di facile comprensione per chi non è medico:


Non esistono evidenze scientifiche per eliminare totalmente i cibi di origine animale dalla dieta. Il corpo umano è perfettamente in grado di digerire e assorbire i tanti nutrienti utili dei cibi di origine animale.
Uno studio recente riporta che una molecola di zucchero (Neu5Gc) che si trova nella carne (di vitello, manzo, agnello e maiale) può scatenare una risposta immunitaria che causa infiammazione e contibuisce alla crescita di tumori. Tuttavia, gli stessi ricercatori hanno ammesso che la carne è una fonte importante di ferro, proteine e vitamine, per cui un consumo moderato produce benefici nutrizionali. Infatti, lo studio non trova che la carne rossa sia direttamente responsabile del cancro, ma che la molecola Neu5Gc, sembri accellerarne lo sviluppo.
Ciò che è provato invece è che le carni trasformate o lavorate industrialmente sono altamente sconsigliate. Per carni trasformate intendiamo affettati, insaccati, pancetta, salsicce e altre carni conservate, affumicate e stagionate industrialmente.
Le ultime analisi della ricerca a livello mondiale hanno svelato che il consumo regolare anche di piccole quantità di queste carni, incrementa il rischio di cancro del colon e rettale, oltre a quello di malattie cardiache. Per cui si raccomanda di evitarne del tutto il consumo o di concederselo in contate e speciali occasioni.
La carne fresca di animali nutriti naturalmente e con libero accesso all'esterno (come mucche al pascolo) può consumarsi moderatamente, dove per moderatamente intendiamo un massimo di una volta alla settimana o, idealmente, una o due volte al mese.
Una parentesi speciale lo meritano il latte e i suoi derivati. Contrariamente alle informazioni inesatte che circolano in rete da qualche anno, non esiste nessuna evidenza scientifica confermata che questi prodotti siano dannosi per l'organismo umano e men che meno che provochino cancro o altre malattie, siano esse degenerative o no.
Non esistono studi scientifici certi che mostrino un collegamento tra prodotti derivati dal latte o il latte stesso e il cancro. I risultati sono ancora incerti e discordanti.
Per cui, con buon senso e moderazione, carne, pesce, uova e latte e derivati per coloro che possono tollerarli, sono estremamente nutritivi e imprescindibili per il corretto funzionamento del corpo umano e quindi, la nostra salute globale.  

Comprendiamo che ci possano essere ragioni etiche e morali per scegliere di non consumare carne ed altri prodotti di origine animale, ma vogliamo insistere nel fatto che non esiste nessuna ragione scientifica per eliminarli completamente dalla dieta.

Siamo coscienti che i vegani convinti diranno che hanno sperimentato sorprendenti benefici nell'adottare la loro dieta. La dieta e la filosofia vegana non solo raccomanda alle persone di scongiurare ogni derivato animale, ma anche di evitare zuccheri aggiunti, carboidrati raffinati, olii vegetali trattati industrialmente e grassi trans. Inoltre suggeriscono di smettere di fumare e di fare attività fisica. Tutto ciò spiegherebbe perfettamente il loro benessere fisico.
In conclusione, va detto che non esiste una dieta perfetta per tutti, che quello che funziona per un individuo non è detto che funzionerà per il suo vicino e che nella prevenzione delle malattie come il cancro, a parte l'alimentazione equilibrata altamente raccomandata, entrano in gioco altri fattori tra cui l'eredità genetica e l'elemento "sfortuna".

Vogliamo concludere che una corretta alimentazione è alla base primordiale della salute e che una dieta basicamente vegetariana che includa almeno uova e pesce sarà certamente molto più salutare a lungo termine di qualsiasi altra.

In altre parole:
-un alto consumo di frutta fresca e secca, cereali (specialmente integrali), verdure, legumi
-un alto consumo di pesce (specialmente marino, di piccola taglia e non di allevamento)
-un basso o moderato consumo di prodotti del latte e di carne (di animali alimentati naturalmente e non di allevamento intensivo)
-un minimo consumo di zuccheri raffinati
-una sensata proporzione di grassi monoinsaturi e saturi sia vegetali che animali
-un consumo moderato di alcool
-un'attività fisica moderata
possono contibuire a mantenere una vita sana e priva di carenze nutritive, oltre che a prevenire varie malattie, tra le quali il cancro.



 

42 commenti:

  1. Molto interessante! Brava eleonora e grazie al professore!

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  2. Grazie Eleonora. E' tanto che sono convinta di quanto hai scritto, ma è sempre bello sentirsi nel giusto. Un abbraccio grande. Pat

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  3. Un articolo molto interessante, vi ringrazio.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Grazie per questo approfondimento che conferma quanto ingenuamente pensavo
    buona giornata Manuela

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  6. Evviva, un articolo davvero di grande spessore Eleonora: grazie, e grazie Dott. Meyers.

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  7. Bell'articolo, completo e pieno di informazioni utili! Frutta e verdura, sempre e ogni tanto un'ottima bistecca :)
    Ciao
    Isabel

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  8. articolo interessante e ben scritto.
    una sola incongruenza: citare il fattore "sfortuna" per malattie come il cancro mi pare non in linea con la dottrina medica.
    avrei citato piuttosto il fattore ambientale di cui è certa l'influenza su queste malattie mentre quello genetico non è ancora scientificamente provato.

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    1. Mi permetto contraddirla. Mi è molto difficile esprimermi in italiano in tema medico ma ci provo. Il fattore genetico è più che provato. Oggi ci sono metodi scientifici con i quali si può sapere se si è possessori di geni difettosi ereditati che aumentano il rischio di alcuni tipi di cancro. In quanto al fattore "sfortuna" sarebbe molto difficile da spiegare in questa sede ma è più che in linea con la dottrina medica visto che alcuni errori fortuiti nelle copie di sequenze del DNA delle cellule cancerose sarebbero responsabili del più del 65% del rischio di cancro.
      Ovviamente anche il fattore ambientale interviene, come il fumo o l'esposizione a certi prodotti.
      Non potevamo comprendere e spiegare tutto perché l'intenzione di questo testo era concentrato sulla dieta vegana e i suoi pericoli a lungo andare e nel dare l'alternativa più salutare. Non siamo voluti uscire dal tema più di tanto volontariamente, ma sono certo che non mancherà occasione di una nuova collaborazione con questo blog.

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    2. Pur concordando con l'articolo e senza esprimermi sul fattore genetico, sottolineo anche io che l'eliminare totalmente la tutto sommato concisa espressione "fattori ambientali" rispetto alle cause dei tumori mi pare sbagliato. 1) perché non appesantirebbe l'articolo né come lunghezza (sono solo due parole!) né come concetti che necessitano di lunghe spiegazioni 2) perché il cancro non viene solo da fattori individuali e auspicabilmente modificabili dagli individui stessi (fumo attivo, junk food da supermarket...), bensì anche da fattori sociali ed economici come appunto quelli ambientali. L'esplodere in Italia dei casi di mesotelioma per i lavoratori esposti all'amianto, o dei tumori infantili in ambienti inquinati da industrie come l'ILVA di Taranto, o di tumori rari da discariche industriali abusive come quelle realizzate illegalmente dalla camorra in alcune parti della Campania, sono solo alcuni esempi forniti dalla cronaca di come questo aspetto sia importante. Bisognerebbe conoscere meglio anche quanto il semplice aumento di automobili nelle aree urbane e non solo abbia rapporto con i rischi di cancro, nonché quanto l'uso dei prodotti chimici nell'agricoltura estensiva o industrializzata abbia influito sul livello di tumori riscontrati tra i contadini.

      Sottolineo soprattutto che l'attenzione doverosa ai comportamenti individuali non deve in alcun modo rappresentare una sordina su quelli sociali, e viceversa: sarebbe una scelta irresponsabile.

      Osservo anche che andrebbero citate più distesamente le fonti cui si fa giustamente riferimento per permettere rapide verifiche a chi legge: ma che male c'è nel mettere le references in un post, magari alla fine?

      Quanto ai vegani, da un punto di vista empirico e non troppo approfondito, nella mia esperienza ce ne sono di due categorie. La prima quella di chi lo fa per una scelta non violenta e che generalmente non fa allarmismi: si tratta di una scelta individuale, che si vuole diffondere, e bene così. Un esempio è, meglio era, il blog ora scomparso di Barbara Collini, di cui si trova qualche traccia in rete.
      Un'altra parte, molto più chiassosa e proselitista si richiama in realtà a un modello e a gruppi molto più strutturati che un temposi sarebbero definiti macrobiotici. E' lì ed è in questo sistema di idee che si trovano le affermazioni più drastiche e un atteggiamento verso il cibo totalizzante, che lo mette al centro di quasi ogni problema - e di ogni soluzione.
      Anche per questo trovo che il mettere da parte qualsiasi considerazione sociale sull'origine di malattie ecc. non sia appropriato: controllare il cibo può dare una sensazione di potenza molto forte, scaricarvi ogni negatività, ancor più: ma è essenzialmente limitante e a volte proprio errato.

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    3. Buona sera,
      In Dr. Meyers non sarà disponibile fino a settembre quindi cercherò di risponderle io, anche non avendo ovviamente le sue competenze in materia.
      La frase (entrano in gioco altri fattori tra cui l'eredità genetica e l'elemento "sfortuna") lascia in chiaro che ci sono altri fattori sui quali non ci siamo dilungati. Il fattore ambientale è uno di quelli. Lo so, sono due parole come lei dice, ma questo è un blog che parla di cibo e sul cibo e la dieta voleva concentrarsi l'articolo, per cui il Dr. Meyers ha scelto esprimersi così in quella frase condensando e lasciando gli altri fattori senza menzione.
      Sul citare le fonti lei ha perfettamente ragione, ma la maggior parte delle fonti usate non sono consultabili al pubblico. Sono pubblicazioni mediche a cui solo medici specializzati o medici familiari alla ricerca hanno accesso o, in pochi altri casi, disponibili in rete solo in maniera di poter visionarne la prima pagina, quindi d'impossibile verificazione comunque da parte di chi legge. Inoltre, lo so non è una scusa, questo post non ha mai preteso di essere una pubblicazione scientifica, e ho pensato che citando il Dr. Meyers come autore potesse bastare allo scopo "credibilità".
      Credo, in ogni caso, come il Dr. Meyers lo ha segnalato in qualche commento qui sotto, che l'articolo non voleva essre una critica a una scelta individuale, ma una rispettosa volontà di fornire un'alternativa soprattutto segnalando il rischio di carenze nutrizionali.
      L'origine sociale della malattia è stato messo da parte volontariamente, per concentrasi appunto sulla parte nutrizionale e relativa alle pubblicazioni di questo blog. Ma penso, e spero, che ci saranno nuove occasioni di collaborare con il Dottore in questo senso.
      Grazie delle sue osservazioni, che terrò presente per un possibilke prossimo articolo.

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    4. Grazie della risposta e dell'eventuale nuovo post che leggerò volentieri. E' in effetti più che sensato che in un foodblog si mettano da parte alcuni aspetti del cancro per concentrarsi sui fattori alimentari nutrizionali: le nostre obiezioni, mia e penso anche quella precedente, non erano assolute, ma nascevano dal fatto che si sia comunque voluto fare riferimento a altri fattori, precisando quelli genetici e addirittura di fortuna, senza nemmeno fare menzione dell'esistenza di quelli ambientali, pur essendo quest'ultimi tutt'altro che irrilevanti, persino sul piano della sfortuna. E' anche evidente che l'articolo sceglie di informare meglio piuttosto che di attaccare direttamente le scelte personali; men che meno sostiene, come qualcuno travisandolo completamente ha affermato, di prediligere una dieta di alimenti di origine animale!

      Sulla questione fonti ammetto che l'atteggiamento oggi prevalente nella divulgazione forse non è quello che preferirei. Provo a schematizzarlo: 1)son argomenti difficili 2)la gente non capisce e si annoia 3)le fonti sono complicate 4)le fonti sono poco accessibili 5) semplifichiamo, evitiamo, non mettiamo, non appesantiamo (già che si parla di cibo...).
      Si finisce per autolimitarsi, insomma. Vorrei mettere in rilievo due cose, non necessariamente legate al caso in questione.
      1)il successo di libri come le proposte-panacea, o la pseudoscienza, nascono proprio in un ambiente poco abituato a comunicare con la cultura scientifica, con le fonti e con il rigore nella costruzione di un testo scientifico. Arriva qualcuno che dice: Adesso vi spiego tutto quello che non vi hanno mai detto, e ai lettori non pare vero che finalmente ci sia chi gli dà importanza e si mette al loro livello, anche se parlasse dei mostri verdi conservati sotto spirito nell'area 51. Le obiezioni potrebbero venire in mente più facilmente se ci fosse la sana abitudine mentale di verificare le informazioni e provare a falsificarle. Ciò di cui il nostro mondo manca drammaticamente. Questo aggiunge autorevolezza intrinseca a chiunque si rivolga a un largo pubblico, senza che i lettori abbiano gli strumenti critici necessari per valutare un testo (ripeto, non questo in particolare, ma qualsiasi testo). Tra cui appunto la necessità di conoscere le fonti e le eventuali critiche mosse ad esso (e non solo in rete...). Ovviamente le conoscenze strettamente mediche/tecniche non tutti le hanno e molti non le avranno mai, ma ci sono altri criteri che sarebbe importante diffondere per valutare le informazioni veicolate da un testo, come appunto la lettura dei testi che lo appoggiano o lo confutano, la coerenza interna ecc.
      2) Un testo può fare riferimento a fonti di difficile comprensione ed essere tuttavia redatto in stile comprensibile e divulgativo. Le fonti possono essere comunque citate a parte. Chi se ne interessa potrà decidere se ignorarale, se approfondire, se approfittare di quelle ad accesso aperto, se sborsare un pay per view, se cercarsi una biblioteca in cui possono esser consultate ecc. Potrebbe addirittura decidere di tornare a cercarsele nel momento in cui gli dovessero servire. Inoltre molte riviste online danno accesso liberamente agli abstract, e per fortuna, malgrado la scellerata lotta che le vien fatta dalle industrie mediche, esiste sempre Pubmed!
      Ad ogni modo, il succo di questo ragionamento per me è che la scelta di se come e quando leggere le fonti, dovrebbe essere dei lettori, non di chi scrive. Perciò sarebbe meglio metterle a disposizione sia pure solo come citazione, magari linkata all'abstract, e lasciare al lettore l'autonomia necessaria per decidere.
      .

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    5. P.S.:
      1) nel primo commento parlavo di "agricoltura estensiva". Si tratta ovviamente di agricoltura "intensiva". Chiedo scusa dell'errore. 2) quando definite "China study un libro non uno studio scientifico" siete sicuri di dare un'informazione comprensibile al di là dell'affermazione? Non vi sto contestando il contenuto (personalmente non l'ho letto, quindi preferisco non parlarne troppo, ma le conclusioni cui giungono alcuni vegani non mi convincono molto), bensì la forma. Cos'è uno "studio scientifico"? Non viene detto. Cosa non ne fa uno studio scientifico? Il fatto di essere pubblicato sotto forma di libro? L'aver ignorato i dati non congruenti? Le troppe variabili considerate? Le scoperte smentite quali sono?
      Oltre al cosa, insomma, sarebbe importante trasmettere anche il come, proprio per rendere capaci i lettori di valutare la situazione.
      Grazie della pazienza e buona estate.

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    6. Pellegrina,
      trovo molto interessanti le sue osservazioni e sono sicuro che se avrò occasione di collaborare di nuovo con Eleonora, le terremo presenti. Anzi, la ringrazio perché sono osservazioni costruttive e intelligenti che spingono a una deflessione e migliorazione della comunicazione. Tuttavia come detto, la maggior parte delle fonti non sono accessibili al pubblico e in base alla mia esperienza, neanche una rivista specializzata (per il pubblico non per medici) come Cancer Today cita ogni fonte di studio nei suoi articoli. In realtà io non ci ho proprio pensato, ci ha pensato Eleonora, come giornalista che è, ma alla fine abbiamo omesso per i motivi spiegati. Io sinceramente abituato ad articoli pesantemente medici e strutturati, volevo qualche cosa di "light" che non somigliasse a uno studio scientifico o un articolo diretto a dottori, ma più colloquiale e puramente informativo come quello di una qualsiasi rivista. Ma il suo punto di vista è validissimo e la ringrazio dello spunto. Quello che posso dire è che le fonti non sono né wikipedia né pubmed, che qualcuno ha cercato di usare su Facebook per controbattere molte delle cose scritte su questo articolo, senza curarsi di guardare le date delle citazioni scelte.
      Su the china study. potrei dire che si tratta di un'insieme di osservazione il cui autore ha preso in conto solo ciò che gli interessava senza prendere in considerazione i dati che avrebbero fatto cadere la sua tesi. Per farsi un'idea potrebbe, se non lo ha fatto, leggere i due articoli citati. Ma credo che lei lo abbia fatto sicuramente.

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    7. Sul fattore ambientale... certamente è un fattore molto importante. Basti pensare che il tipo di cancro più comune in Asia, non è lo stesso di quello negli USA e che gli asiatici che vivono negli USA si ammalano in effetti del cancro più comune del luogo dove vivono. Assodato. Comprovato. Esempio semplificato ma così è. Idem qui in Medio Oriente dove lavoro, le incidenze non sono le stesse che in Europa. Insomma, il fattore ambientale, così come il fumo e altri molteplici fattori che si incrociano tra loro sono sicuramente importanti. Ma quello ne sono al corrente quasi tutti. Non ho visto la necessità di ricalcarlo.
      Il fattore dieta sotto i riflettori in questo caso, e il fattore sfortuna, abbastanza nuovo come concetto scientifico, ma molto difficile per me da spiegare in italiano, mi sono sembrati più importanti da citare proprio perché ovviati o sconosciuti ai più.
      Il fattore genetico, bene, oggi lei può sapere se porta un gene di eredità di cancro. Caso mondano quello di Angelina Jolie che scoperto di avere il gene ereditario del cancro al seno, decise di praticare una mastectomia bilaterale. Cerco di spiegare in una lingua che non è la mia e di semplificare i concetti, spero di essere chiaro.
      In ogni caso mi permetta di ringraziarla di nuovo del suo spirito critico ed educato che mi da spunto per migliorare alcune cose della prossima collaborazione con Burro e Miele, se mai ci sarà, dopo che Eleonora si sarà ben stabilita a New Delhi.
      Cordialmente
      Dr. Michael Meyers
      (ufficialmente in vacanza)

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    8. Aggiungo che sono molto contento degli scambi cortesi e non polemici e costruttivi che si sono dati in questi commenti in generale.
      Ho temuto il peggio. invece gli scambi accesi e poco cortesi li ha avuti su Facebook , dove mi sono sentito persino dare dell'ignorante perché "lo dice wikipedia" e altri studi (datati anni ottanta), soprattutto sul tema vitamina K.
      Insomma, sono soddisfatto delle critiche ricevute e della possibilità di "dialogo" cortese che chi ha commentato mi ha dato.

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    9. Sono io che la ringrazio delle risposte. Quanto a facebook, se non mi sogno di usarlo il motivo è quello che cita. Pubmed contiene ovviamente abstract di tantissime riviste, ma non mi pare schierata, anzi, è la sua esaustività a renderla interessante e valida.
      Soprattutto, buone vacanze.

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  9. Bravooooo!!! Applausi e standing ovation!
    Noi da due anni cerchiamo di dire queste cose...e che fatica! Grazie grazie grazie, Bellissimo post!

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  10. Cara Eleonora,
    Dico solo che se dagli ALA si possono produrre i DHA i DHA non possono essere essenziali! Essenziale significa che non può essere prodotto dal nostro corpo a partire da altre sostanze, quindi se si può produrre a partire dagli ALA tanto essenziale non è, non ti pare?!?!
    La vitamina D si assume anche prendendo il sole! E il nostro corpo è ben in grado di metabolizzarla nel fegato e renderla utilizzabile.
    La vitamina K viene prodotta nel nostro intestino crasso dai batteri buoni e sono certa che ci siano più batteri buoni nell'intestino di un vegano che di chi si abbona di carne, formaggi e tutti i prodotti che creano acidità nel corpo.
    La vitamina A (retinolo) viene prodotta a partire dalla pro-vitamina A -carotenoidi-. Quindi consumare carote fa bene sia per la pro-vitamina A (e quindi poi trasformata in reticolo) che per tutti i fitonutrienti che contengono che hanno le proprietà antitumorali che il retinolo della carne non vede neppure in fotografia!
    Il ferro eme è meglio assorbito, ma non c'è un sistema di autoregolazione nel corpo, quindi se è troppo crea infiammazione e il colesterolo si ossida e l'arteriosclerosi può diventare un problema. Quello non-eme invece si autoregola ed comunque facile da assorbire. Non mangio carne da un anno e ho il ferro perfetto! Idem per il mio ragazzo!
    Credo che ci voglia più informazione prima di spingersi a scrivere un articolo del genere.
    Emanuela

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    1. Emanuela,
      Nessuno dei coautori dell'articolo è nutrizionista, lo ammetto. Personalmente, sono solo un medico oncologo, con 35 anni di esperienza nel campo, nell'ambito della ricerca e nella pratica vera e propria della professione. Sono sempre aggiornato su nuovi studi, tecniche, terapie e scoperte, quindi CREDO di essere abbastanza informato. Credo. Posso sbagliare.
      Su DHA e ALA credo che si è spiegato che si si producono ma non in maniera sufficiente, quindi la carenza può esistere. Se ci attacchiamo solo alla parola "essenziale" che per me vuol dire anche importante e necessario, non ne usciamo più.
      Sulla vitamina D e l'esposizione solare non posso che darle ragione, ma, solo in certe condizioni, in certe ore e stagioni dell'anno. Se ci si espone al sole più vicino possibile al mezzogiorno, più vitamina D sarà prodotta. Un buon metodo per sapere se questo avviene correttamente è che se la tua ombra è più lunga della tua altezza, non stai producendo abbastanza vitamina D. Detto questo, lo stile di vita della maggior parte delle persone, siano studenti o lavoratori, non permette un'adeguata esposizione al sole per produrre abbastanza vitamina D, ragione per la quale consiglio assumerne anche per mezzo della dieta.

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    2. Un altro concetto erroneo è che i caroteni che si trovano in frutta e verdura siano la stessa cosa della vitamina A. Il beta carotene è una forma non attiva del retinolo. Vero, il beta-carotene può convertirsi in vitamina A negli umani, ma solo un 3% di questo può essere trasformato, nel caso di un adulto sano. Questo, se non si fa parte di quel 45% delle persone adulte in cui questa conversione non avviene del tutto. Ciò vuol dire che i vegetali come le carote e i peperoni rossi non sono fonti di vitamina A adeguate. Si dovrebbe mangiare un'enorme quantità di questi alimenti vegetali per assumere una quantità accettabile di vitamina A. Se, per esempio 80 grammi di carne di manzo contengono circa 27,000 IU di vitamina A, per ottenere la stessa quantità da alimenti vegetali, bisognerebbe mangiare quasi due kg di carote cotte. Sulle proprietà antitumorali delle carote o di qualsiasi alimento, mi permetta essere molto scettico. Non esiste nessun super cibo per combattere o prevenire il cancro, purtroppo.
      Ovviamente nessuno sta dicendo di non mangiare carote o abbuffarsi di carne, anzi, stiamo dicendo tutto il contrario.
      Sul ferro non eme che sia di facile assorbimento, non posso essere d'accordo. Se lei ha il ferro perfetto e anche il suo ragazzo dopo un anno di vegetarianismo (o veganismo?) sono contento per lei, infatti lo diciamo, quello che funziona per uno, non necessariamente funziona per tutti e non necessariamente continuerà a funzionare così, anche se glielo auguro ed è possibilissimo che così sia. Ma come medico non avrei la coscienza a posto se dicessi il contrario di quanto detto nell'articolo.
      Con questo non pretendo che nessuno cambi la sua rotta, soprattutto se ci si sente bene, ma solo sottolineare che le informazioni contenute nell'articolo sono vere e aggiornate e frutto di molta informazione corretta da fonti mediche ufficiali e recenti e che sono i consigli che dappertutto si danno a pazienti malati o a quelli che desiderano informarsi sulla prevenzione.

      Cordialmente
      Dr. Michael Meyers.

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    3. Al dividere il commento in due ho dimenticato il pezzo della vitamina K, che era tra la spiegazione della vitamina D e la vitamina A.

      Il discorso vitamina K2 (e parliamo di K2 non di semplice K) è molto più complesso di quanto il mio povero italiano mi permette esprimermi ma cercherò di riassumerlo. Studi abbastanza recenti hanno provato che il fatto che l'essere umano non abbia bisogno della K2 nella loro dieta è una concezione erronea. È vero che tutti gli animali hanno la capacità di convertire la vit K1 (presente nei vegetali) in K2, ma le ultime evidenze scientifiche al rispetto segnalano che l'essere umano ha bisogno di vitamina K2 preformata nella dieta per mantenere una salute ottimale. Oggi la maggior parte delle evidenze scientifiche contraddicono il fatto che i maggiori contribuenti alla formazione della Vitamin K siano i batteri intestinali. La maggior parte della vitamina K prodotta nell'intestino è immersa in membrane batteriche e non disponibile per un corretto assorbimento. Per cui la produzione intestinale fa solo una piccolissima contribuzione al fabbisogno di vitamina K dell'umano, per cui va integrata con la dieta.

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  11. Sono certa al 100% che lei sia informato e sono altrettanto sicura che lei lo sia più di me, ma ho paura che un articolo del genere possa essere letto in modo sbagliato da molte, troppe, persone. "Ecco vedi te l'avevo detto che sti vegani sono degli imbecilli". Sono certa sarà passato per la testa di molti. E me ne dispiaccio. Io odio definirmi vegana perché la mia è stata solo una scelta di salute. Sono certa che erti vegani mangino peggio di tanti onnivori, ma ho il timore che con questo articolo si dia il pretesto a tante persone per continuare a mangiare come già fanno: dolci con burro -certo non biologico!-, zucchero bianco e farina bianca. Carne e prosciutti a pranzo e cena. Pochi cereali integrali, legumi manco a parlarne e frutta a guscio solo a natale o in qualche dolce qua e là. Ecco, questo è il mio timore ed è per questo che ho risposto in modo concitato e senza curarmi bene di capire chi avesse scritto l'articolo. E di questo mi scuso.
    Io credo in un'alimentazione whole food plant based con qualche sgarro ogni tanto: pesce, uova e pochissimo formaggio ci possono stare, ma non nelle quantità abitualmente consumate dagli Italiani.
    La ringrazio molto per il tempo speso per rispondere al mio commento e spero riesca a rispondere anche a questo.
    Cordialmente
    Emanuela

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    1. Ema, lascio che Michael ti risponda, ma da parte mia ti voglio assicurare che il proposito dell'articolo è esattamente il contrario dei tuoi timori e cioé era di fornire un'alternativa ragionevole e salutare di dieta proprio con i concetti che tu stessa esprimi e che sono espressi nell'articolo e nelle conclusioni. :)
      Lascio la parola all'esperto. Un bacio

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    2. Mi dispiace che lei nutra questo sentimento su questo articolo, perché dall'inizio alla fine abbiamo cercato di lasciare chiaro che non è così. Faccio adesso un discorso più personale. Sono flexitariano, ho una dieta basicamente vegetariana, mi concedo una volta al mese o forse meno una porzione di carne bovina di alta qualità. Pochissimi derivati del latte, uova in maniera moderata, burro quasi per niente, malgrado le mie origini francesi. Niente salumi, non perché sono ebreo, ma non consumo neanche quelli permessi per le ragioni spiegate nell'articolo. Pesce una volta alla settimana, il venerdì sera in genere per Shabbat, a volte due volte alla settimana, massimo. Zuccheri bianchi in occasioni molto speciali, piuttosto sono "adicted" al miele che mi sostiene durante chirurgie molto lunghe e ai datteri. Cereali integrali, verdure, frutta fresca e a guscio e legumi in grandi quantità. Questa è la mia dieta ed è quella che predico a tutti. Ed è la dieta che predico a Eleonora da quando è venuta in Israele.
      Questo articolo è stato scritto da entrambi, su idea di Eleonora. Io ho apportato gli studi ai quali ho accesso interamente, delle idee e lei la redazione che piano piano io ho approvato con la versione finale che lei ha letto.
      Basicamente, sono contrario alla dieta vegana a lungo termine per le ragioni già esposte e la trovo persino, se vuole, pericolosa per come viene gestita dalla maggior parte dei nuovi vegani fai-da-te. La sua "whole food plant based diet with exceptions" mi sembra molto più ragionevole e probabilmente è la ragione per le quali le sue riserve di ferro sono intatte. Dico probabilmente perché non la conosco.
      Non condivido che l'articolo può essere un pretesto per continuare a mangiare male, chi lo legge ho la sensazione che abbia invece la voglia di cambiare in bene la sua alimentazione. È l'idea che mi sono fatto guardando un po' le condivisioni su Facebook di questo link. La maggior parte delle persone hanno condiviso chiedendo di leggerlo senza pregiudizi, altre hanno sottolineato le conclusioni che sono il contario dei suoi timori. Non è un articolo anti-vegano e sinceramente credo che sia stato scritto con base scientifica nel massimo rispetto per chi ha scelto questa strada, ma con l'intenzione di informare chi l'ha intrapresa senza consapevolezza, senza informazione, solo per moda o per ideologia. E mi creda, sono tanti.
      Per altri dubbi sono a disposizione, non esiti a contattarmi.
      Blogger non mi ha permesso pubblicare il primo commento perché aveva più di 4000 caratteri. L'ho diviso e mi sono accorto adesso che mi sono perso la parte della vitamina K, che aggiungo subito.
      Cordiali Saluti

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    3. Mi dispiace che lei nutra questo sentimento su questo articolo, perché dall'inizio alla fine abbiamo cercato di lasciare chiaro che non è così. Faccio adesso un discorso più personale. Sono flexitariano, ho una dieta basicamente vegetariana, mi concedo una volta al mese o forse meno una porzione di carne bovina di alta qualità. Pochissimi derivati del latte, uova in maniera moderata, burro quasi per niente, malgrado le mie origini francesi. Niente salumi, non perché sono ebreo, ma non consumo neanche quelli permessi per le ragioni spiegate nell'articolo. Pesce una volta alla settimana, il venerdì sera in genere per Shabbat, a volte due volte alla settimana, massimo. Zuccheri bianchi in occasioni molto speciali, piuttosto sono "adicted" al miele che mi sostiene durante chirurgie molto lunghe e ai datteri. Cereali integrali, verdure, frutta fresca e a guscio e legumi in grandi quantità. Questa è la mia dieta ed è quella che predico a tutti. Ed è la dieta che predico a Eleonora da quando è venuta in Israele.
      Questo articolo è stato scritto da entrambi, su idea di Eleonora. Io ho apportato gli studi ai quali ho accesso interamente, delle idee e lei la redazione che piano piano io ho approvato con la versione finale che lei ha letto.
      Basicamente, sono contrario alla dieta vegana a lungo termine per le ragioni già esposte e la trovo persino, se vuole, pericolosa per come viene gestita dalla maggior parte dei nuovi vegani fai-da-te. La sua "whole food plant based diet with exceptions" mi sembra molto più ragionevole e probabilmente è la ragione per le quali le sue riserve di ferro sono intatte. Dico probabilmente perché non la conosco.
      Non condivido che l'articolo può essere un pretesto per continuare a mangiare male, chi lo legge ho la sensazione che abbia invece la voglia di cambiare in bene la sua alimentazione. È l'idea che mi sono fatto guardando un po' le condivisioni su Facebook di questo link. La maggior parte delle persone hanno condiviso chiedendo di leggerlo senza pregiudizi, altre hanno sottolineato le conclusioni che sono il contario dei suoi timori. Non è un articolo anti-vegano e sinceramente credo che sia stato scritto con base scientifica nel massimo rispetto per chi ha scelto questa strada, ma con l'intenzione di informare chi l'ha intrapresa senza consapevolezza, senza informazione, solo per moda o per ideologia. E mi creda, sono tanti.
      Per altri dubbi sono a disposizione, non esiti a contattarmi.
      Blogger non mi ha permesso pubblicare il primo commento perché aveva più di 4000 caratteri. L'ho diviso e mi sono accorto adesso che mi sono perso la parte della vitamina K, che aggiungo subito.
      Cordiali Saluti

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    4. Mi dispiace che lei nutra questo sentimento su questo articolo, perché dall'inizio alla fine abbiamo cercato di lasciare chiaro che non è così. Faccio adesso un discorso più personale. Sono flexitariano, ho una dieta basicamente vegetariana, mi concedo una volta al mese o forse meno una porzione di carne bovina di alta qualità. Pochissimi derivati del latte, uova in maniera moderata, burro quasi per niente, malgrado le mie origini francesi. Niente salumi, non perché sono ebreo, ma non consumo neanche quelli permessi per le ragioni spiegate nell'articolo. Pesce una volta alla settimana, il venerdì sera in genere per Shabbat, a volte due volte alla settimana, massimo. Zuccheri bianchi in occasioni molto speciali, piuttosto sono "adicted" al miele che mi sostiene durante chirurgie molto lunghe e ai datteri. Cereali integrali, verdure, frutta fresca e a guscio e legumi in grandi quantità. Questa è la mia dieta ed è quella che predico a tutti. Ed è la dieta che predico a Eleonora da quando è venuta in Israele.
      Questo articolo è stato scritto da entrambi, su idea di Eleonora. Io ho apportato gli studi ai quali ho accesso interamente, delle idee e lei la redazione che piano piano io ho approvato con la versione finale che lei ha letto.
      Basicamente, sono contrario alla dieta vegana a lungo termine per le ragioni già esposte e la trovo persino, se vuole, pericolosa per come viene gestita dalla maggior parte dei nuovi vegani fai-da-te. La sua "whole food plant based diet with exceptions" mi sembra molto più ragionevole e probabilmente è la ragione per le quali le sue riserve di ferro sono intatte. Dico probabilmente perché non la conosco.

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  12. Non condivido che l'articolo può essere un pretesto per continuare a mangiare male, chi lo legge ho la sensazione che abbia invece la voglia di cambiare in bene la sua alimentazione. È l'idea che mi sono fatto guardando un po' le condivisioni su Facebook di questo link. La maggior parte delle persone hanno condiviso chiedendo di leggerlo senza pregiudizi, altre hanno sottolineato le conclusioni che sono il contario dei suoi timori. Non è un articolo anti-vegano e sinceramente credo che sia stato scritto con base scientifica nel massimo rispetto per chi ha scelto questa strada, ma con l'intenzione di informare chi l'ha intrapresa senza consapevolezza, senza informazione, solo per moda o per ideologia. E mi creda, sono tanti.
    Per altri dubbi sono a disposizione, non esiti a contattarmi.
    Blogger non mi ha permesso pubblicare il primo commento perché aveva più di 4000 caratteri. L'ho diviso e mi sono accorto adesso che mi sono perso la parte della vitamina K, che aggiungo subito.
    Cordiali Saluti

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    1. Mi scuso per non aver risposto prima, ma volevo farlo con calma, rileggendo bene articolo e risposte.

      Capisco le sue riserve su una dieta vegana ed è proprio questo sentimento che, dopo aver intrapreso una dieta crudista e vegana -mantenendola per 8 mesi- per disintossicarmi -notanto benefici che non sto neppure ad elencare- ho deciso di intraprendere gli studi in Nutrizione Olistica presso la Canadian School of Natural Nutrition: voglio capire se una dieta vegana sia davvero la scelta giusta e spero di potermi confrontare con persone di esperienza come lei per capirlo.

      Detto questo le mie preoccupazioni sono più rivolte al blog di Eleonora piuttosto che all'articolo in se, mi spiego meglio:
      un lettore di questo blog, o chiunque ci capiti dopo questo interessante articolo, potrebbe pensare che tutte le ricette pubblicate qui siano "conformi" ai consigli dati, ma mi dispiace constatare che non sia affatto così. Nell'ultima ricetta si usano zucchero bianco, latte, latticello e maionese, in quella precedente pane bianco, farina bianca e carne di agnello, in quelle che la precedono la pasta bianca e non integrale, e poi una bella torta con uova, zucchero bianco, farina bianca, colla di pesce e chi più ne ha più ne metta.

      Ecco. Questo non mi va bene. Non va bene che un articolo che proclama tutto sommato un'alimentazione corretta venga pubblicato su un blog che con alimentazione corretta non c'entra poi così tanto -se non per niente!-. Se avessi trovato ricette con cereali integrali, legumi, semi, noci, senza zuccheri e farine raffinate e e poi anche una ricetta di carne, una di pesce e una con uova e formaggio non mi sarei permessa di dire nulla, ma così non va credo sia corretto nei confronti dei lettori. Tutto qui.

      Non voglio che questa sia una critica ad Eleonora: ognuno cucina e mette nel proprio spazio web quello che vuole, ma credo che un pochino di coerenza sia d'obbligo se si decide di pubblicare un articolo importante come questo. That's it.

      Grazie mille per il tempo che avete dedicato entrambi nel leggere e rispondere ai miei commenti.

      Emanuela

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    2. Hai ragione. Ma il cambiamento è venuto dopo. Dopo aver accettato la sfida di Mich, non ho toccato carne e non mi pesa. Questo articolo è da prendersi forse come l'introduzione a un cambiamento. Non sarò mai vegana e ricette come quelle continuerai a vederle nel mio blog. Il coleslaw, per esempio e una ricetta di Mich, un'eccezione per lui, una volta una regola per me. Ho tanto da imparare, da lui, da te, dalla rapa e da altri siti che frequento attualmente. Sono sicura che una volta stabilta a Delhi sarà anche più facile visto che qui in Marocco gli ingredienti integrali e sani purtroppo sono assenti completamente. Ora, io non so se cambierò blog come hai fatto tu, forse si o forse manterrò burro e miele come un ibrido flessibile, non ho deciso. Ma di sicuro è per me l inizio e l'introduzione di un cambiamento che però manterrà le eccezioni, la cucina classica ebraica e la storia di piatti che nascono poco "sani".

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    3. Insomma, questo articolo è nato dopo aver accettato una bella sfida e con l'intenzione di fare una serie di articoli informativi sulla nutrizione. Del resto anche le migliori riviste internazionali parlano di tutto e variano dall'articolo vegan a quello burroso e pannoso. Lasciami istallar i a Delhi e traccerò una rotta, sia un burro e miele ibrido, sia un doppio blog o una trasformazione totale di questo. Intanto rifletto.

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    4. Ele,
      grazie di cuore per la tua risposta.
      Non sapevo di questa voglia di cambiare e ne sono felice. Felice per te e la tua famiglia.
      Sono la prima ad avere dubbi sulla dieta vegana estremista che tanti professano -e che personalmente mi spaventano-. Anche io assaggio il formaggio se sono fuori, mangio il gelato con lo zucchero bianco ogni tanto e proprio sabato ad un matrimonio, pur di non restare a digiuno, dopo aver mangiato tutte le decorazioni dei patti -pomodori e ribes-, ho mangiato un risotto ai gamberi. Certo non mia fatto impazzire e lo avrei preferito con le verdure, ma la vita è fatta per essere sereni e se il cibo si vive con terrore allora è finita!
      Fai benissimo a voler continuare a pubblicare qualche ricetta "per sgarrare", ma sono certa che appena intraprenderai questo nuovo cammino, anche lo sgarro sarà più equilibrato a livello nutrizionale semplicemente perché la tua dispensa cambierà e cambierà per il meglio :)
      Ti auguro di sistemarti velocemente e di trovare presto il tuo nuovo equilibrio. Te lo auguro con tutto il cuore.
      Se mai avrai bisogno di qualche consiglio, so che hai Michael, ma conta pure su di me e sulla rapa :)!

      Ti abbraccio forte <3
      Ema

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  13. Complimenti Eleonora, grazie per aver intrapreso l'ideazione di questo splendido articolo insieme al Dr. Michael I. Meyers. Vi ringrazio caldamente entrambi per aver chiarito scientificamente alcuni importanti temi, doppiamente il Dr. Meyers per la chiarezza con la quale si è espresso, pur non nella sua lingua madre! Spero in una seconda puntata, come anticipato dal dottore, e mi salvo articolo e commenti, preziosissimi!!! Dani (Acqua&Menta)

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  14. A me questo blog dove ho curiosato un po' piace molto proprio per il suo essere misto e vario e con attenzione alla tradizione. Ovvio che se mi predichi dieta sana e moderata e poi pubblichi solo biscotti tuttoburro (nel senso che la farina nemmeno quasi si vede) qualche riserva ce l'avrei. Ma sono convinta della necessità della gestione delle eccezioni, e ancor più del fatto che una dieta sana cominci dal far fuori i prodotti industriali, prefatti ecc. compresi i derivati/surrogati della soia. Cosa che questo blog fa. Poi ognuno si amministra anche da sé e non mi pare che questo blog cerchi di presentarsi come guida a un regime alimentare esclusivo. Quello che troverei interessante, magari, sarebbe saperne di più su certe possibilità tecniche per utilizzare determinati ingredienti, come i dolci zuccherati con la frutta - lo zucchero bianco pur senza trovarlo un demonio e ammettendo senza ansie che in certi casi è necessario, è un alimento che mi convince sempre meno, ad esempio, e che diminuisco sistematicamente in tutte le ricette che lo prevedono. Poi vado al supermercato e trovo che vendono dolci in cui, in etichetta, l'ingrediente principale è proprio lo zucchero, ancora prima della farina...

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    1. :) è proprio sullo zucchero che parleremo nel prossimo articolo serio. Io in realtà volevo parlare della cannabis ma il doc ha insistito che forse c'entrava poco :D zucchero e sostituzioni possibili. Ma prima ho bisogno di una casa a Delhi...
      A prestissimo!

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    2. mmmmm....la cannabis, questa sconosciuta!!! Potrei anche darti una mano con qualche ricetta... (scherzzi a parte, e non scherzo)
      Sono contenta di questa breccia che hai aperto nel tuo blog, perche credo che in parte, la tua anima curiosa e di nuovo famelica, e con grande appetito per imparare cose, a te golose...
      Segiurò i tuoi post. besos

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  15. hahaha, ho appena fatto la pavlova vegana :-). Sicuramente non una cosa da fare spesso, tutto zucchero!!

    Comunque:

    Non sono vegana ma sono vegetariana da circa 27 anni, limito molto latticini e uova però, non sento il bisogno di mangiarli ogni giorno. Sono sana e non ho mai avuto carenze di vitamina B12, D o ferro ecc. ecc, neppure durante la gravidanza. E ho fatto due figli, ora adolescenti e sempre cresciuti con la mia stessa dieta (cioè, non hanno mai mangiato carne o pesce), sani, forti e intelligenti.

    Ovviamente non posso paragonare con una dieta vegana 100%, non l'ho mai fatta per periodi abbastanza lunghi per poter salire sul palco a commentare, o paragonare con la mia dieta vegetariana, ma se penso a tutte le cose negative che sono state dette a me da vegetariana in questo più di mezzo secolo, anche da persone così dette 'autorevoli', e constatato che erano tutte sbagliatissime, non mi faccio convincere troppo da chi dice 'questa dieta va bene e quella no'. Avevano sbagliato con me, si possono sbagliare con altri. Per esempio ultimamente ho sentito che la vitamina B12 si trova nei funghi (e non è quella delle alghe), ogni giorno ne sento una da una parte e una dall'altra, leggo di studi sbagliati e studi ripetuti, qui in NZ poi va di moda il Paleo e low carb, diete che avrebbero 'cambiato la vita' a giovani ragazze in bikini che passano il tempo a farsi il selfies. E quanti libri e studi che le sostengono!
    E poi come vegetariana subisco pure gli attacchi da vagani, ovviamente, per il fatto che non sono abbastanza etica. Insomma, non ho mai ragione :-).

    Ma io ho trovato il mio equilibrio. Sono l'ultima persona che andrebbe a dire a un inuit di non mangiare foche, ad un Masai di non mangiare carne e ad un povero pescatore in un villaggio del Sud East Asiatico di cambiare lavoro. Ma come occidentale 'ricca' e sana che non necessita carne e pesce per vivere posso benissimo lasciare queste forme di proteine poco sostenibili a chi ne ha veramente bisogno.

    Baci,
    Alessandra

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  16. Post interessante e di grande aiuto, anche per quanto riguarda la storia del latte e i suoi derivati che in questo periodo mi sta piu' a cuore soprattutto per l'alimentazione dei bambini. Io non ho eliminato e non elimino nulla, semplicemente, come hai ben scritto e spiegato, vario l'alimentazione che deve essere curata e di alta qualita' (no OGM, no agli allevamenti intensivi, no ai cibi surgelati ed preconfezionati, o agli additivi e conservanti...).Secondo me queste poche regole valgono piu' di qualsiasi dieta vegana! Grazie e Buona serata! ;)

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  17. Grazie mille per questo articolo, finalmente mi ha aiutato a fare un po' di chiarezza sull'argomento!

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  18. Grazie mille per questo articolo, finalmente mi ha aiutato a fare un po' di chiarezza sull'argomento!

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  19. Grazie mille per questo articolo, finalmente mi ha aiutato a fare un po' di chiarezza sull'argomento!

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  20. Ciao splendida e dettagliata recensione! Grazie di averla condivisa con noi

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