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venerdì 23 febbraio 2018

Crema di pomodori, affumicati al té Assam al litchi



Post breve. Ricetta semplice.
Una cosa semplicissima, davvero solo per il piacere di esserci con una mia ricetta.
E per dire di nuovo a Greta che non saprò mai come ringraziarla per avermi insegnato ad affumicare. Questa è una sfida tra le più belle e stimolanti a cui abbia partecipato nei miei tanti anni al MTC. Una tecnica che crea dipendenza, poi. :))
E quindi, dopo un febbrone che mi ha stesa per qualche giorno, ho avuto il tempo giusto per mettere in atto la mia idea, la prima idea che ho avuto, tutta mia.
Un zuppa di pomodoro affumicato.
L'idea era in sé molto semplice, ma non avevo fatto i conti con l'acquosità dei pomodori indiani. Per affumicarli come volevo, ci sono volute poco più di due ore e mezza, ma ne è valsa la pena.
Ho usato del té Assam al litchi perchè avevo bisogno di conferire un po' di dolcezza ai pomodori indiani che di per sé sono abbastanza acidi. Avrei voluto usare quelle meravigliose chips di acero che Yan usava per i drinks ma... hem... hic... sono finite tutte prima che partisse.
Credo di aver accertato la scelta del té, ma credo che anche il procedimento di affumicatura in sé, abbia fatto sì che i pomodori diventassero dolci.

Non ho usato nessun tipo di brodo, ma succo di pomodoro perchè volevo concentrare il sapore del pomodoro e allo stesso tempo volevo che il risultato finale fosse cremossissimo e ricco. Per quello, il burro e la panna. Ancora mi domando se cucinare col burro e finire con l'olio non fosse un controsenso, ma alla fine non era male. Un bel sapore di pomodoro, con quel restrogusto affumicato deciso che non si è perso durante la seconda cottura, ma abbastanza equilibrato.

Però adesso voglio il parere dell'esperta e Maestra Greta :) 
e grazie ancora, tesoro. Di tutto, della tua maestria e della tua generosità, come pochi. 



Crema di pomodori affumicati


Per due persone:

5 pomodori maturi

per affumicare:

65 g di riso basmati
20 g di té Assam al litchi
2 rametti di rosmarino
2 rametti di timo
1 cucchiaio di zucchero di cocco

per la zuppa


40 g di burro
1 cipolla bianca
10 grani di pepe bianco
1 rametto di rosmarino
1 rametto di timo
1 noce di concentrato di pomodoro
5 pomodori affumicati
300 ml di succo di pomodoro
60 ml di panna
sale
pepe
olio extra vergine d'oliva e timo, per finire

Sbucciare i pomodori, tagliarli per la lunghezza in due, e inciderli dalla parte esterna. Ho fatto tre incisioni su ogni metà, in modo che il fumo penetrasse bene. Adagiare i pomodori nel cestello per la cottura a vapore.
In una ciotola, mescolare il té, il riso, lo zucchero e le erbe fresche. Sul piano di lavoro stendere due fogli di stagnola e versarci il mix per affumicare, ripiegare gli angoli in modo da formare un cestino, da inserire sul fondo della pentola che combaci perfattamente con il vostro cestello.
Il mix per affumicare deve risultare come un mucchio nel centro della pentola, se lo si sparpaglia, si rischia di bruciare tutto, invece di affumicare.







Mettere la pentola sul fuoco vivace e aspettare che si formi la colonnina di fumo, aspettare che la pentola si riempi di fumo e quindi collocare rapidamente il cestello sulla pentola e coprirlo subito. Abbassare la fiamma al minimo e lasciare che il fumo faccia il suo lavoro.

Ora, essendo i miei pomodori acquosi e volendo che si seccassero un po' e prendessero un bel colore affumicato, un'ora dopo ho cambiato il mix, per un altro completamente identico. Ho girato i pomodori. Li ho lasciati un'altra ora e poi, assaggiando, mi sono resa conto che il sapore affumicato c'era e pure denso, ma la consistenza e il colore non erano ancora quelli che avevo immaginato. Ho cambiato il mix un'altra volta e li ho lasciati di nuovo poco più di mezz'ora, erano perfetti. Il sapore affumicato era forte e denso come volevo e avevano perso un bel po' di acqua, pur rimanendo umidi.
In tutto, ho usato tre volte lo stesso mix, per un totale di due ore e mezza o poco più di affumicatura, in modo da affumicare senza bruciarlo.



Per la zuppa, sciogliere il burro e aggiungere la cipolla tritata, un po' di sale e pepe, i granelli di pepe bianco, il timo e il rosmarino. Cuocere fino a che la cipolla sia morbida e leggermente dorata, avendo cura che nessun ingrediente si bruci.
Aggiungere il concentrato di pomodoro e cuocere fino a che la mistura abbia un aspetto caramellizzato. A questo punto, aggiungere i pomodori affumicati e il succo di pomodoro. Portare a bollore, e abbassare il fuoco. Lasciar cuocere a fuoco molto lento per una mezz'ora.
Aggiungere la panna, cuocere ancora due minuti per amalgamare i sapori e perchè il grasso della panna si impregni degli aromi. Ritirare dal fuoco e frullare tutto.
Passare al chinois o in un colino con le maglie più strette che avete.
Servite con un bel giro di un buon extra vergine e qualche rametto di timo molto piccolo, per decorare.


Greta, lo sai, critica tutto il criticabile. Ci tengo.

Con questa ricetta partecipo al MTC di febbraio 2018 
L'affumicatura casalinga.








mercoledì 20 maggio 2015

Spaghetti estivi, al pomodoro e zucchine



Ormai qui siamo in piena estate. Le temperature sfiorano i 40° e il sole splende in un cielo perennemente azzurro. 
Il clima si riflette anche nei banconi dei mercati: sono arrivate le ciliegie, le pesce e le albicocche, insime e a pomodori rosso sgargiante dolcissimi e le zucchine piccole e freschissime con i loro fiori attaccati.
D'estate con queste temperature la mia cucina diventa più semplice, meno ricercata, cercando di valorizzare i sapori della stagione senza coprirli, anzi, piuttosto scoprendoli.
Pomodori maturi, zucchinette croccanti, qualche acciuga per insaporire e qualche oliva marocchina ed ecco qui i miei spaghetti d'ispirazione estiva.









Spaghetti estivi
 

Ingredienti per 6 persone

1 kg di pomodori maturi
olio extra vergine d'oliva
3 spicchi d'aglio fresco
6 filetti di acciughe sott'olio
200 g di zucchine freschissime
una manciata di olive nere
1 pizzico di peperoncino
origano
sale
500 g di spaghetti
sale grosso per l'acqua per la pasta 





Lavare e fare a pezzi i pomodori. Lavare e tagliare a cubetti di 3 mm circa le zucchine. Schiacciare gli spicchi d'aglio con la lama di un coltello e pelarli. In una padella larga, scaldare l'olio e far appena soffriggere l'aglio avendo cura di non farlo bruciare, aggiungere i filetti di acciuga e poi i pomodori, l'origano e il peperoncino. Lasciar cuocere 10 minuti, aggiungere i cubetti di zucchina e cuocere ancora 5 minuti in modo che le zucchine restino croccanti. Nell'ultimo minuto di cottura, aggiungere anche le olive. Salare, se necessario, vista la presenza delle acciughe.
Portare a forte ebollizione 6 litri di acqua salata, cuocere la pasta durante il tempo indicato sul pacchetto (io 11 minuti) e scolarla al dente. Ripassarla rapidamente in padella in modo da impregnarla con il sugo di pomodoro.
Servire immediatamente.





Con questa ricetta partecipo al MTC di maggio 2015 , la pasta col pomodoro, di Paola



martedì 3 aprile 2012

Tartare di fragole e pomodoro alla menta...e una lettera al mare



I ricordi volano, liberi come gabbiani, mi apparto un attimo dal tempo, facendo glirlande, intrecciando i tuoi silenzi e corro all'indietro.
La mia infanzia continua a giocare sulle tue ginocchia, alle corse sulla spiaggia, perdendosi ancora in quell'azzurro chiaro dei tuoi occhi che non smettevano mai di sorridere, anche se nelle profondità c'era amarezza e un diavolo, un mostro bianco distruttore che non voleva andarsene.
La mia memoria si perde tra una carezza di tabacco e lavanda, la stella d'oro sul tuo petto e la pioggia di stelle ad agosto e quel desiderio che non si avverava mai.
I miei pensieri viaggiano fino a quel tempo in cui ancora eri tu il mio unico mondo, insieme ai tuoi strani e profondi silenzi, i giochi e la spiaggia, dove non veniva mai nessuno. E le liti, i ripensamenti, le promesse vane e i giuramenti, nascosti ormai sotto la tua sabbia, all'ombra delle canne.
Sulla mia pelle porto il sapore amaro di un pianto eterno, amaro e salato come il mare, perchè son nata dal mare, e tu sei il mare.
Mare perchè sei capace di alzare onde giganti e distruggere ogni cosa a tuo passo, perchè dipingi d'azzurro ogni giorno, pe la tua anima profonda e scura, perchè vieni e vai e sai regalare conchiglie e collane di alghe, così come portar via tutto in un'onda.
E vai e vieni, come il mare che si ama, che lo si conosce, del quale si ha nostalgia e anche paura.
Io potrei maledirti, odiarti e amarti ancora, per tutto il bene e il male che mi hai fatto, per avermi insegnato a danzare in mezzo a foreste disegnate a pastello, a costruire castelli di sabbia su spiagge lontano dal mare e a cancellare i numeri dagli orologi, per vivere senza tempo.
Ed io son sirena, che per istanti eterni può vivere lontano, su terra e montagne, ma quando il mare torna, lei torna al mare.
Perchè il mare è suo padre. 

אבא, סלח לי 
בוא לא נשמור בפנים יותר ונדבר


Una ricetta lontano dal mare.




Tartare di fragole e pomodoro alla menta


Ingredienti per 6 verrine da 150 ml:

200 gr di fragole
200 gr di pomodoro
il succo di un limone
le foglie di 3 rametti di menta
olio extra vergine d'oliva
aceto balsamico di modena
sale




Lavare pomodori e fragole accuratamente. Sminuzzare la menta, lasciando solo sei belle foglie intere. Sbucciare e privare dei semi i pomodori. Tagliare tutto a pezzetti molto piccoli. Irrorare il tutto di olio extra vergine d'oliva, il succo di limone e aggiungere il sale, la menta sminuzzata e una piccola spruzzatina di aceto balsamico. Mischiare il tutto per impregnare bene le fragole e pomodori e lasciar riposare in frigo per una mezz'oretta. Servire la tartare nelle verrine, e decorare con una bella foglia di menta su ognuna.


lunedì 28 marzo 2011

Insalata di acciughe (alici) marinate...e qualche ricordo

 Quando sento parlare di acciughe o alici, il mio pensiero vaga immediatamente varie pagine indietro nel libro della mia vita.
A volte sono strani i collegamenti che facciamo con sapori e odori, allacciati, quasi abbracciati a momenti particolari del sentiero già percorso.
La mia vita comincia qui, in questa cittadina sul Tirreno, che vive e respira per il mare. Situata al centro del Golfo di Gaeta, Formia ha origini talmente antiche che riportano ai miti greco-romani dei viaggi fantastici di Ulisse ed Enea. Solo il mare è vivo testimone della storia e potrebbe raccontare tante cose, eppure se ne sta li in silenzio, timido spettatore degli eventi.




Ed è del mare che la città vive, sogna e lavora.
Il piccolo porto dei pescatori si trova a pochi passi dal vecchio mercato. Il largo Paone è una grande piazza di ciottoli di basalto, costruita dove una volta c'era il mare. Li si teneva il mercato di tutti i giorni, che si trasformava in gran mercato i giovedì, con esplosione di colori, forme, odori.



Ma torniamo alle acciughe... in un angolo della piazza, quando ero piccola, si ergeva una specie di corridoio con un altro tetto a volta e banconi di pietra ai lati. I banchi freddi dell'antico mercato del pesce offrivano uno spettacolo indescrivibile ai nostri occhi, e devo dire, non solo agli occhi. Il mercato profumava di fresco e di mare, tutto era genuino e appena arrivato dal mare, i polipi si muovevano nelle vasche e i frutti di mare aprivano e chiudevano delicatamente la loro conchiglia producendo bollicine nell'acqua. 
All'epoca erano gli stessi pescatori che vendevano il pesce senza intermediari, se eri cliente "stretto" ti offrivano il meglio, l'ultimo arrivo, la qualità migliore. 
Era li che mia madre comprava le alici. Fresce e brillanti, occhi vivi, sfumate di azzurro, grigio, nero. Ricordo come pazientemente mi insegnò a pulirle, quel rumeore sordo allo spezzare la testa, il dito che scivolava nell'interno, la lisca che veniva via da sola, come per magia.
Le acciughe a casa si facevano quasi sempre 'in tortiera" con prezzemolo, olio, pan grattato e un filo di aceto e poi al forno, e in contate occasioni si facevano marinate, cotte nel succo di limone, con un poco di aglio, peperoncino, olio e aceto. Le adoravo e le adoro da sempre.


Per il contest di Cristina ho fatto una lunga ricerca sui mercati e supermercati, anche fra i surgelati e non trovavo null'altro che le acciuge sott'olio che compro sempre da mettere sulla pizza. Neanche fra lo scatolame...al naturale esisteva solo lo sgombro e le sardine e le aringhe, le aringhe in tutte le salse e anche senza.
Quando le ho viste sul bancone del mercato ho dovto trattenere l'urlo di gioia. 
E quella sorprendente rarità è diventata prima un piatto di alici marinate, trasformandosi poi in una colorata insalata.


Insalata di acciughe marinate 




Ingredienti per 8 persone
1 kg di acciughe
il succo di 4 limoni
origano
prezzemolo
peperoncino
olio extra vergine d'oliva
sale
aceto
...
3 pomodori
250 gr fagiolini
olio extra vergine d'oliva
aceto balsamico bianco
& ciuffo di prezzemolo
sale e pepe





Preparere il giorno prima le acciughe marinate, stendendole su un piatto, bagnandole di succo di limone e aceto e condendole con il resto degli ingredienti. Lasciarle marinare in frigo almeno per 12 ore, minimo.
Il giorno dopo, togliete le acciughe dalla loro marinata. Cuocere i fagiolini "al dente" in acqua bollente e farli raffreddare, tagliare i pomodori a dadini e mischiarli ai fagiolini. Mischiare le acciughe sgocciolate e condire con l'olio, sale, pepe, aceto bianco e prezzemolo grossolanamente tritato.
 

Con questa ricetta e ricordi acciugosi, partecipo alla raccolta di Cristina